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Proiettili in casa del dirigente di Calabria Verde arrestato per aver fatto ‘sparire’ 80 milioni di euro
Tra le accuse rivolte a Paolo Furgiuele quella di aver utilizzato operai e materiali dell’ente pubblico per ristrutturare la propria residenza estiva.
AMANTEA (CS) – Ancora grane per il dirigente appena scarcerato e tradotto agli arresti domiciliari. Paolo Furgiuele ex direttore generale dell’ente sub regionale Calabria Verde, ammanettato il 21 Settembre insieme a Alfredo Allevato, Marco Mellace, Antonio Errigo e Gennaro Magnone, ha incassato una nuova denuncia. Un provvedimento che arriva proprio quando il manager aveva ormai deciso di iniziare, non a collaborare, ma perlomeno a rispondere alle domande dei magistrati. Furgiuele infatti nel primo interrogatorio si era avvalso della facoltà di non rispondere, mentre la scorsa settimana ha inteso raccontare parte di quanto a sua conoscenza nel corso di un colloquio durato oltre quattro ore. I verbali delle dichiarazioni rese dal manager sono stati secretati. Non è da escludere che da tali elementi si possano aprire nuovi scenari finora rimasti occultati tra le maglie del malaffare. Per ora l’inchiesta tenta di far luce sugli 80 milioni di euro di fondi pubblici affidati all’azienda per mitigare il rischio idrogeologico in Calabria. Soldi spesi senza la messa in sicurezza di neanche una frana.
Secondo la pubblica accusa sarebbero infatti stati utilizzati per pagare gli operai forestali i quali, come emerso dalle indagini, spesso lavoravano per assecondare le esigenze dei dirigenti. Emblematico è il caso della casa al mare di Furgiuele ristrutturata con i materiali e gli operai di Calabria Verde a spese dei cittadini e totalmente gratis per il dirigente. Un episodio del quale Furgiuele dovrà rispondere insieme alle accuse di abuso d’ufficio, peculato e falso in bilancio insieme al reato di detenzione illegale di munizioni da guerra. A seguito di una perquisizione effettuata nel week end dai militari presso un’abitazione che il manager possiede ad Amantea sono stati infatti ritrovati diversi proiettili da contraerea. Munizioni da guerra che gli inquirenti stanno cercando di capire come siano finiti nelle disponibilità del direttore generale di Calabria Verde.




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