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Mangone, Istituto di Scienze Neurologiche sospende Risonanze magnetiche: sono pericolose per i pazienti

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Mangone, Istituto di Scienze Neurologiche sospende Risonanze magnetiche: sono pericolose per i pazienti

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Dallo scorso 7 novembre l’Istituto di Scienze Neurologiche non eroga più servizi di diagnostica per immagini di Risonanza Magnetica Nucleare, la strumentazione è pericolosa per pazienti e lavoratori

MANGONE (CS) – Chiunque deve eseguire una Risonanza magnetica a Mangone presso l’Istituto di Scienze Neurologiche del Cnr, dallo scorso 7 novembre, non potrà più farlo. Secondo alcuni controlli di sicurezza, le apparecchiature associate alla Risonanza magnetica sarebbero rischiose per i pazienti e lavoratori.

Perciò, dai giorni scorsi, stop alle attività di diagnostica per immagini di Risonanza Magnetica Nucleare erogate dall’Istituto di Scienze Neurologiche (Isn) del Consiglio Nazionale delle Ricerca (Cnr) di Mangone – Cosenza.

La storia delll’Istituto di Scienze Neurologiche, è lunga e travagliata: negli ultimi cinque anni ha fatto parlare l’ipotesi di una sua possibile chiusura definitiva. 

Ripercorriamo brevemente le tappe:

Nel 2010 l’Isn si era posizionata al secondo posto tra gli Istituti di neuroscienze, per eccellenza italiana. Infatti 150 esperti della commissione internazionale lo valutarono con un punteggio di 83/100. Oltre alle attività di ricerca, il centro forniva servizi di diagnostica specialistica ai pazienti affetti da malattie neurologiche quali sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, Alzheimer, nonché malattie cerebrovascolari e neuropatie periferiche su base genetica.

Oltre ottomila prestazioni erogate. L’Isn è l’unico Istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche, presente nel sud Italia, convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale per l’erogazione di servizi diagnostici altamente specializzati di Genetica molecolare e di Neuroradiologia, riguardanti le malattie del sistema nervoso.

Nel 2011, però, è stato proposto il suo smantellamento dal precedente direttore dell’Istituto, Antonio Gambardella, e condiviso dall’allora direttore di dipartimento di medicina del Cnr, Gianluigi Condorelli, per spostare il tutto su Catanzaro.

Nel 2013, l’attuale direttore del dipartimento di scienze biomediche, Tullio Pozzan, riorganizzò la struttura, e venne sottoscritta la convenzione con l’Asp per il ripristino delle prestazioni diagnostiche specialistiche. Ma alcuni gruppi di ricerca preferirono abbandonare. 

Nel 2016, lo scorso 7 novembre, la sospensione di diagnostica per immagini di Risonanza Magnetica Nucleare.

I pazienti appaiono sconfortati e soprattutto increduli, si domandano come mai un centro all’avanguardia non consenta più tali prestazioni per inadeguatezze impiantistiche. Solo ora la strumentazione appare pericolosa? Eppure la sua installazione è costata milioni di euro alla collettività? Per legge in 90 giorni viene effettuato il collaudo, per verificarne eventuali disfunzioni, come mai il centro non si è accorto prima della sua inadeguatezza?

Tante domande per cui i cittadini attendono risposte, per ora amareggiati, si accingono ad affrontare l’ennesima migrazione sanitaria.

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