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Psicosi meningite, assalto nei centri per vaccinazioni. Ministero della Salute: “Nessuna epidemia”
Affollamenti nei centri della Calabria in cui é possibile effettuare la vaccinazione contro questa patologia, ma il Ministero informa: “Solo un lieve incremento che non giustifica allarmismi”.
ITALIA – Ormai è psicosi meningite: cresce l’ansia per le famiglie italiane e la paura di contrarre l’epidemia si sta trasformando in vero e proprio allarmismo. Da qui l’emergenza nel ricorrere a vaccinazione. I casi di meningite streptococcica registrate nelle ultime settimane in Italia stanno provocando affollamenti nei centri della Calabria in cui é possibile effettuare la vaccinazione contro questa patologia. Da un paio di settimane, dopo il diffondersi delle prime notizie di decessi per meningite, centinaia di persone si stanno recando nei centri vaccinali. La situazione é critica, in particolare, nella struttura di Reggio Calabria, ospitata in locali insufficienti per accogliere le centinaia di persone che vi si recano quotidianamente. I due responsabili ed i tre dirigenti medici in servizio nella struttura stanno effettuando 120 vaccinazioni al giorno, che raddoppiano il martedì ed il giovedì in coincidenza con l’apertura pomeridiana.
“Al momento non esiste alcuna situazione epidemica di meningite e la circolazione dei germi che causano la malattia è nella norma attesa, in linea coi numeri degli ultimi anni”. Lo afferma il Ministero della Salute, sottolineando che la vaccinazione “è disponibile per le classi di età a rischio e per le persone che presentano rischi particolari di contrarre una malattia invasiva grave e sarà in distribuzione gratuita secondo le previsioni del nuovo Piano nazionale, inserito per questi motivi nei Livelli Essenziali d’Assistenza che il Sistema Sanitario Nazionale eroga”. Il ministero, si sottolinea in una nota, “sta operando per garantire il consolidamento della copertura vaccinale, a supporto delle Regioni, anche con studi e ricerche che possano chiarire i meccanismi di trasmissione e di virulenza dei germi”. Nel 2016, afferma il ministero, “sono stati segnalati 178 casi di meningite da meningococco, con un’incidenza in lieve aumento rispetto al triennio 2012-14, ma in diminuzione rispetto al 2015. Ciò è dovuto alla presenza in Toscana di una trasmissione più elevata che nel resto d’Italia, dove la situazione è costante, soprattutto per quanto riguarda l’infezione da meningococco di tipo C negli adulti già notata nel corso del 2014″.
Il numero totale dei casi di meningite, dovuti anche ad altri germi, è passato da 1479 nel 2014, a 1815 nel 2015 e a 1376 nel 2016, quindi “con una discreta diminuzione rispetto al biennio passato”. Per esempio, si sono verificati 940 casi di meningite da pneumococco nel 2016 (rispetto ai 1256 casi del 2015) e 80 da emofilo (rispetto ai 131 del 2015), con una tendenza in diminuzione. Quanto alla letalità della meningite, è di circa il 10% nei casi dovuti a pneumococco (98 deceduti su 940 pazienti nel 2016) e di circa il 12% nei casi da meningococco (21 su 178 pazienti), che aumenta al 23% nel caso in cui il ceppo di meningococco sia il C (13 su 51 pazienti).
Anche il primario malattie infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma e Past President della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit),Massimo Andreoni, è intervenuto nel merito: “in Italia si registrano in media 2 casi di meningite da meningococco ogni 3 giorni: si tratta di un incremento lieve, che non giustifica allarmismi”. Il numero di casi di malattia sistemica da meningococco in Italia ha presentato solo un lieve incremento negli anni 2012-2015 con un’incidenza nel 2015 pari a 0,32 casi per 100.000 abitanti, il che vuol dire un caso ogni circa 300.000 abitanti. Per l’anno 2016 al 16 novembre sono stati segnalati 178 casi di malattia sistemica da meningococco, che fanno ritenere che la numerosità di casi di meningite meningococcica anche per questo anno non si discosterà sostanzialmente da quella degli ultimi anni”.
L’incidenza della malattia è maggiore nella fascia di età 0-4 anni e si mantiene elevata fino alla fascia 15-24 anni, mentre diminuisce dai 25 anni in su. Nessun allarmismo, dunque, anzi Carlo Signorelli, past president della Società italiana di igiene e medicina preventiva (Siti) e ordinario di Igiene all’Università di Parma, conclude dichiarando: “le autorità dovrebbero definire con chiarezza le categorie per le quali la vaccinazione è prioritariamente indicata, in modo da non creare un assalto ingiustificato, e come Siti riteniamo che la fascia su cui concentrarsi sia principalmente quella degli adolescenti fra 12 e 14 anni”.



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