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Chiesa S.Antonio: bene pubblico con opere d’arte d’immenso valore, messo all’asta
L’apello di Luigi Bilotto, studioso di storia e arte della Calabria, per salvare il nostro patrimonio artistico.
CERISANO (CS) – Il nostro patrimonio artistico sempre più bistrattato, dimenticato e lasciato nell’incuria totale. Questa è la situazione in cui versa da anni una chiesa, non una semplice chiesa, ma un punto di riferimento storico per i cittadini di Cerisano. Parliamo della chiesa di Sant’Antonio, in stato d’abbandono, in cui sono custodite opere d’arte d’immenso valore. Ma il destino beffardo, vuole che tali ricchezze della comunità, vengano vendute ad un’asta diventando un bene privato. E come sempre, i nostri tesori storici, artistici e culturali collettivi, vanno a finire nelle mani di un’unica persona. E così la memoria muore. I cittadini di Cerisano, ovviamente, non ci stanno e lanciano un appello accorato, affinchè almeno le opere d’arte vengano “messe in salvo”.
In particolare uno studioso di storia e arte della Calabria, con all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche (anche relative proprio alle opere custodite nella chiesa); il Dott. Luigi Bilotto, scrive una lettera per denunciare tale situazione e chiedere che almeno le opere d’arte vengano restituite alla comunità consegnandole al parroco di Cerisano.
La lettera è indirizzata al Mons. Francescantonio Nolè Arcivescovo di Cosenza; all’Arch. Margherita Eichberg dirigente Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria e all’Avv. Lucio Di Gioia Sindaco di Cerisano. Luigi Bilotto evidenzia alle Loro Signorie quanto segue:
“Una delle chiese di Cerisano, storicamente punto di riferimento per i fedeli del paese e del circondario, è la chiesa di Sant’Antonio, denominata anche Oasi Sant’Antonio o chiesa della Riforma di Cerisano. La chiesa e il convento annesso hanno avuto un cammino tortuoso iniziato dopo le leggi eversive del “Decennio francese” e dopo le soppressioni post-unitarie. Il monastero, passato al comune di Cerisano fu affidato ai frati riformati con regolare atto notarile a patto che venisse destinato esclusivamente ad attività a carattere spirituale pena la invalidità di quanto stipulato. Ora quella struttura è finita ad un’asta giudiziaria senza che si sia menzionata tale clausola del comune e l’eventuale aggiudicatario può farne ciò che vuole.
Non solo, sembrerebbe che a far parte di questa vicenda sia anche la chiesa e l’orto annesso e che il Comune sia intenzionato a chiarire questa vicenda anche in sedi giudiziarie. Nel frattempo però è da evidenziare come, a differenza di quanto avvenuto nella quasi totalità dei complessi religiosi espropriati nel Regno di Napoli con le leggi eversive che interessavano solo le parti monastiche e conventuali, lasciando le chiese alle comunità cattoliche locali, la chiesa di Sant’Antonio di Cerisano, pare, segua le stesse sorti del convento annesso. Non solo, all’interno della chiesa stessa, in stato d’abbandono, sono conservare opere d’arte, restaurate a spese e cura della locale Soprintendenza, destinate ad un inarrestabile degrado, dovuto a presenza di umidità e in preda a intrusioni di volatili e altri animali, essendo le finestre prive di vetri.
Tanto premesso, si chiede che almeno tali opere d’arte che ho potuto vedere ed elencare in passato, vengano momentaneamente affidate al parroco di Cerisano che può collocarle nelle chiese del paese, o, in alternativa, affidarle all’amministrazione comunale che potrebbe accoglierle in locali muniti di allarme e di tutti i requisiti ambientali che ne garantiscano una ideale conservazione e ne consentano la fruizione. Ad evidenziarne il carattere “pubblico” della chiesa concorre il fatto che, a spese della Soprintendenza, proprio in questi giorni si stanno effettuando lavori di riparazione al tetto.
Si allega un estratto della mia opera: Itinerari culturali della provincia di Cosenza (Ed. IIriti, 2000) che per quanto riguarda tali opere riporta: “All’interno sono custoditi: un olio su tela del sec. XVIII che ritrae l’Immacolata, un olio su tela del sec. XVIII raffigurante S. Gaetano fra S. Lucia e S. Francesco di Paola di Cristoforo Santanna e, dello stesso artista, un S. Giuseppe col Bambino con S. Francesco d’Assisi e S. Biagio, un dipinto ad olio su tela di forma ovale sempre del XVIII secolo, raffigurante S. Antonio da Padova… una statua in legno raffigurante l’Immacolata (sec. XVIII) di ignoto scultore napoletano e un crocifisso ligneo del ‘600 di arte monastica”.




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