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Oggi si fa memoria delle vittime di mafia. Fenomeno non distante da noi

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Oggi si fa memoria delle vittime di mafia. Fenomeno non distante da noi

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Forse non tutti lo sanno ma, oggi, è la giornata in cui si ricordano le vittime innocenti della mafia, si fa memoria di un dramma che coinvolge l’intera società civile.

Numerose le manifestazioni. Anche Papa Francesco, oggi, vuole rendere concreta la vicinanza della chiesa ai familiari di queste vittime innocenti. Infatti, dialogherà con 700 persone accompagnate dal fondatore di Libera don Luigi Ciotti. Lo stesso sacerdote antimafia commenterà: “La disponibilità del Pontefice è segno di attenzione verso tutta l’umanità fragile ferita”. Per individuare le vittime della mafia è importante definire il fenomeno anche se ancora oggi, moltissimi studiosi ne danno diverse interpretazioni. Per alcuni, la mafia “è una associazione di individui che cooperano segretamente ed in contrasto con le leggi e il potere dello Stato per procurarsi vantaggi”, per altri “esercita il controllo su certe attività economiche e su traffici illeciti , condiziona la libertà dei cittadini e il regolare andamento delle funzioni pubbliche; è retta dalla legge dell’omertà e del silenzio e si serve di metodi di intimidazione e di repressione violenta e spietata” ed ancora “Gruppo di persone che usano illecitamente il potere anche a danno di qualcuno o qualcosa per conseguire i loro interessi particolari. A me, fra tutte queste, certo condivisibili e veritiere, è invece piaciuta la seguente: “La mafia è un fenomeno umano”. Se questo è vero, la conseguenza è che la mafia è una piaga sociale non distante da noi. Il mafioso non è solo chi spara ed uccide. Si è mafiosi e conniventi ogni qualvolta si gira la faccia dall’altra parte per non vedere, ogni qualvolta il silenzio tace la verità, ogni qualvolta si specula sull’ “ignoranza” o sulla buona fede dell’altro, ogni qualvolta si causa danno alla persona per illeciti guadagni. Da qui l’invito a riflettere in questa giornata perché l’appello è rivolto alla coscienza di tutti.

 

In Calabria oggi ci sarà Caterina Chinnici, Capo Dipartimento Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia e figlia di Rocco Chinnici, il giudice ucciso da Cosa Nostra in un agguato il 29 luglio del 1983 a Palermo. Alle 11.00 a Palazzo Campanella a Reggio Calabria, la Commissione regionale contro la ‘ndrangheta presieduta da Salvatore Magarò commemorerà le vittime della mafia. Per Magarò si tratta di un “omaggio doveroso a quanti si sono spesi con impegno, dedizione ed abnegazione, anche a costo della propria stessa vita, per la nobile causa della giustizia e per edificare un futuro migliore su basi di libertà, solidarietà e condivisione. Oggi più che mai si avverte il bisogno di testimonianze vere e credibili da cui solo può germogliare quel cambiamento nella realtà e nelle coscienze che tutti si attendono”. Come suonano strane queste dichiarazioni di Magarò fatte in quelle stanze dove la legalità è continuamente messa in discussione ed in una Regione come la Calabria dove i consigli comunali sono sciolti per mafia e le Commissioni d’accesso ormai una prassi.

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