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Plinius: ‘ndrangheta e Pd a processo, condanne per politici e boss
SCALEA (CS) – Il sindaco su una cabriolet fiammante e il boss con una bottiglia di champagne in mano.
Questa l’immagine della vittoria elettorale del Pd a Scalea che regalò la cittadina dell’Atlo Tirreno cosentino ad una delle cosche satellite del ‘Re del pesce’: il clan Stummo- Valente. I sodali del boss di Cetraro affiancati da una imponente schiera di imprenditori amici di amici avrebbero negli anni istaurato un clima di terrore finalizzato a potenziare l’influenza del sodalizio criminali in tutti i settori dal commercio al dettaglio agli appalti pubblici. Dei trentotto arrestati nella notte del 12 luglio del 2013 otto hanno preferito essere giudicati con il rito abbreviato che consentirĂ loro di godere di uno ‘sconto’ di un terzo della pena. Un’agevolazione che però non ha evitato dure condanne a politici e ‘ndranghetisti. In primo luogo al presunto boss del clan Stummo-Valente Pietro Valente che fu visto festeggiare insieme al sindaco Basile all’indomani delle elezioni sono stati comminati 12 anni e 4 mesi di reclusione, mentre a suo fratello Franco il gup distrettuale di Catanzaro ha inflitto una pena pari 3 anni e 4 mesi. Antonio Stummo figlio del rais della famiglia Stummo è stato invece condannato a 4 anni e otto mesi di detenzione. A fargli compagnia saranno i politici del Pd all’epoca in carica, gli assessori legati a doppio filo con la malavita locale, come testimoniato dalle numerose intercettazioni raccolte in due anni dall’antimafia. Si tratta di Francesco Saverio La Greca, Franco Galliano (assessore alla protezione civile ed arredo urbano) e l’assessore Antonio Stummo che dovranno scontare rispettivamente 4 anni e otto mesi, 7 anni e otto mesi e 4 anni e otto mesi. Andrea Esposito altro affiliato al clan Valente – Stummo dovrĂ scontare tre anni e otto mesi di reclusione mentre i compari ‘cetraresi’ vicini ai Muto Roberto Cesareo e Antonio Pignatone sono stati condannati a 3 anni e quattro mesi. Agli imputati sono stati contestati, a vario titolo, i reati di: associazione di stampo mafioso, concorso esterno in associazione, sequestro di persona, detenzione d’armi comuni e da guerra, estorsione, rapina, corruzione, turbativa d’asta, turbata libertĂ del procedimanto amministrativo, concussione, falso, istigazione alla corruzione e minacce.




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