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Assolto dopo 20 anni di carcere, per un’intercettazione fraintesa
La Corte d’appello di Catanzaro lo ha scagionato “per non aver commesso il fatto”. Angelo Massaro dopo oltre 20 anni tra le sbarre, ritorna in libertà .
TARANTO – Venti anni di carcere con l’accusa di omicidio; venti anni tra le sbarre lontano dalla moglie e i due figli, con la consapevolezza di essere innocente. Vivere solo di speranza, “quella non può morire per sempre”. E proprio la speranza è divenuta realtà : dopo oltre 20 anni di attesa; il 51enne Angelo Massaro, di Fragagnano (provincia di Taranto), è stato assolto dall’accusa. Condannato all’età di 29 anni, nel 1995, perché considerato unico responsabile dell’uccisione dell’amico Lorenzo Fersurella. La Corte d’appello di Catanzaro, che ha riaperto il caso nel 2015, lo ha scagionato “per non aver commesso il fatto”.
A portarlo in carcere le parole di un collaboratore di giustizia e un’intercettazione telefonica relativa a una sua conversazione in dialetto tarantino che era stata completamente fraintesa. Angelo Massaro ha passato la sua vita nelle carceri di Foggia, Carinola, Taranto, Melfi e Catanzaro. In particolare, per una sola consonante era stato travisato il senso di una sua frase cruciale: “Faccio tardi stasera, sto portando u muert“, ovvero “il morto“. La parola pronunciata da Massaro era invece “muers”, termine che indica in generale un oggetto ingombrante.
Ora Massaro è di nuovo libero e insieme al suo avvocato valuterà la possibilità di una richiesta di risarcimento allo Stato. “È entrato in carcere che aveva 29 anni e si era appena sposato. Ora di anni ne ha 51 ed è ancora frastornato dalla notizia. Il suo stato d’animo è di gioia, ma anche amarezza per i tanti anni che ha perso dietro le sbarre”, ha spiegato il legale. Massaro, negli anni di detenzione, si è diplomato e si è anche iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catanzaro sostenendo 5 esami nell’ultimo anno grazie ad alcuni permessi premio per buona condotta. Lezioni che gli sono servite dal momento che l’istanza di revisione del processo che ha portato poi alla sua assoluzione è stata curata anche da lui stesso.

Foto tratta da Repubblica Bari.it
Ieri, l’uomo ha fatto rientro nella sua città e ha potuto, finalmente, riabbracciare la moglie e i figli: “Sono felice, ma nulla potrà bilanciare le sofferenze che ho patito in questi vent’anni. – È quanto dichiarato da Massaro – Adesso voglio giustizia. Se qualcuno ha sbagliato voglio che paghi. Lotterò perché ciò che è successo a me non capiti a nessun altro“. La sua lotta, comunque, era già iniziata dietro le sbarre, da lì Massaro ha gestito il blog Urla dal silenzio, raccontando alcuni spaccati di storie tra le sbarre e ha scritto lettere di sensibilizzazione al ministero della Giustizia, al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, all’associazione “Antigone†e all’associazione “Bambini senza sbarreâ€.



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