Area Urbana
Corteo di protesta a Cosenza: “No a metro, stadio ed ovovia. Pensiamo a casa, lavoro e sanità” (FOTO)
Manifestanti denunciano l’intento dell’amministrazione di ”voler regalare la città ai soliti palazzinari”.
COSENZA – Corteo di protesta nel centro città di Cosenza. Dalle 17.30 oltre cento persone, tra cui un nutrito gruppo di migranti, stanno attraversando le strade cittadine per contestare le politiche del Comune di Cosenza e della Regione Calabria che ignorano le esigenze reali dei cittadini. Al centro della manifestazione i progetti che l’amministrazione intende portare a termine, spendendo milioni di euro per opere prive di qualsiasi tipo di utilità sociale. Partiti da via Savoia dove è stato occupato e bonificato uno stabile abbandonato di proprietà dell’Aterp che oggi ospita decine di senzatetto, il corteo ha raggiunto Corso Mazzini. “Le priorità in questa città sono altre: casa, reddito, salute e dignità. Basta affitti ai privati, basta grandi opere, basta cemento e speculazioni. Caruso e Musmanno – urlano i manifestanti in corteo sostenuti dal Comitato Prendocasa, Comitato Piazza Piccola e Centro Sociale Rialzo – verremo a bussare alle vostre porte. Proseguiamo determinati per ribadire che non siamo più disposti ad assistere ai giochi di potere dei politicanti di turno.
Casa e dignità per tutti. Basta speculazioni, fitti ai privati, cementificazioni selvagge. Questa città è nostra, di chi lotta ogni giorno, non degli squallidi palazzinari. Le priorità non sono ovovia, metro e nuovo stadio, ma un tetto sopra la testa di tutte e tutti. Si vuole regalare la città ai signori del mattone e della rendita, la nostra priorità invece è una casa per tutti e tutte. Italiani e migranti, bambini e adulti uniti contro la precarietà e le speculazioni. Le grandi opere servono ad arricchire solo le tasche dei palazzinari. Se la casa non ce la date voi, ce la prenderemo noi”. Durante la manifestazione, si sono registrati momenti di tensione con gli agenti della Questura di Cosenza su Corso Mazzini che hanno tentato di impedire di apporre uno striscione sull’edificio delle suore del Sacro Verbo Incarnato. Nonostante ciò i manifestanti sono riusciti ad appenderlo ricordando il violento sgombero dello stabile occupato, che ospitava circa cento persone tra cui numerose famiglie con minori, che portò al ferimento di una donna in stato di gravidanza.
[huge_it_gallery id=”229″]



Social