Area Urbana
Delitti di mafia a Cosenza, tre omicidi ed un pentito irreperibile
Alla sbarra Franco Presta, il collaboratore Vincenzo Dedato e Francesco Amodio a piede libero senza scorta.
CATANZARO – Strascichi della terza guerra di mafia cosentina in aula. Oggi presso la Corte d’Appello di Catanzaro, innanzi al collegio giudicante presieduto da Giancarlo Bianchi con a latere Domenico Commodaro, si sono tenute le arringhe difensive di due degli imputati nel processo Terminator IV: Vincenzo Dedato e Francesco Amodio. Per entrambi la difesa ha chiesto l’assoluzione dalle accuse che li vedono responsabili dell’omicidio Sassone, il quarantenne freddato a colpi di arma da fuoco a Terranova da Sibari alla fine degli anni Novanta dopo essersi ribaltato in una cunetta con la propria motoape. Per la sua uccisione furono assolti in primo grado insieme a Franco Presta. Ora invece il pg chiede che quest’ultimo sia condannato, come per la morte di Vittorio Marchio ed Enzo Pelazza, al carcere a vita, mentre per Dedato chiede una pena a tredici anni di reclusione. Dieci anni di detenzione sono stati invece invocati per Amodio che nel frattempo si è reso irreperibile per autoproteggersi in quanto privo di misure di sicurezza. Nell’ultima udienza colui che è ormai ritenuto, dal punto di vista amministrativo un ex collaboratore di giustizia, aveva scelto di non presentarsi in aula temendo per la propria incolumità visto che da tempo gli è stato revocato il programma di protezione.
Oggi però Amodio, che continua comunque a collaborare con la giustizia, si è spinto oltre. Di lui, formalmente, non si ha nessuna notizia. L’ex pentito che pare abbia ormai abbandonato la località protetta in cui si trovava, è a piede libero senza scorta e non si sa dove stia dimorando in attesa della pronuncia del Tar sulla propria posizione. Franco Presta invece ha come di consueto seguito l’udienza in videoconferenza dal penitenziario di Sassari in cui si trova ristretto in regime di 41 bis. Per quanto riguarda gli omicidi Marchio (il ‘bandito in carrozzella’ ucciso a San Vito) e Pelazza (ucciso con la stessa pistola a Carolei) è stata invece richiesta la conferma delle condanne inflitte in primo grado dal Tribunale di Cosenza. Per l’uccisione di Enzo Pelazza furono condannati Dedato, Presta ed Ettore Lanzino, dell’uccisione di Marchio i giudici ritennero responsabili sia Dedato, Presta e Lanzino sia Walter Gianluca Marsico e Mario Gatto. Il processo è stato aggiornato al prossimo 26 giugno quando al termine delle arringhe difensive dei legali di Franco Presta sarà pronunciata la sentenza.



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