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Parte da Cosenza per andare sul Tirreno con la famiglia: “Sessanta minuti di angoscia”

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Parte da Cosenza per andare sul Tirreno con la famiglia: “Sessanta minuti di angoscia”

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Un padre costretto a subire sorpassi folli spiega cosa significa attraversare la statale 107, da Cosenza a Paola, con un bimbo a bordo.

 
 

COSENZA – La preghiera di un padre. Un monito per le future generazioni e per tutti gli automobilisti. In una lettera un uomo ha riassunto le sensazioni che vive chi viaggia sulla statale Silana – Crotonese. Una strada spesso usata dai cosentini per raggiungere le località balneari come nel suo caso: da Cosenza a Paola. “Sono un quarantenne, genitore di un bimbo di pochi mesi. Ieri nel pomeriggio ho deciso di prendere l’auto ed andare sulla costa percorrendo la statale 107. Mia moglie al fianco, ed il bimbo sul sedile posteriore assicurato al suo seggiolone. Immediatamente, – scrive in una lettera indirizzata alla redazione – appena imboccata la SS, mi sono reso conto che molte cose sono cambiate da quando, ventenne, mi divertivo spensierato. Magari è tutto uguale, e sono io che guardo con occhi diversi. Fra andata e ritorno sono stato sulla statale Silana – Crotonese per non più di 60 minuti, mantenendo un’andatura di circa 70 chilometri/orari. Sono stati 60 minuti di pura angoscia.

 
 
Procedendo in direzione della costa subito mi sono reso conto di quanto sia pericoloso guidare oggi. Premetto che erano circa le 18.30, ed era presente un notevole volume di auto che procedeva in direzione opposta, di ritorno dal weekend di mare. Sarò stato sorpassato da una decina di auto, guidate per la maggior parte da ragazzi, tramite manovre ai limiti della sicurezza. Mi raggiungevano avvicinandosi a forte velocità, ed attaccandosi al mio posteriore quasi a voler toccare il paraurti. Dallo specchietto retrovisore leggevo nei loro occhi nervosismo, sfida, frenesia, disappunto, fretta, impazienza di sorpassarmi. Era come se ogni secondo perso dietro di me fosse un attimo di vita sprecato. Sorpassi in curva, in galleria, con doppia striscia continua, noncuranti della auto che sopraggiungevano in senso opposto. Il prima possibile mi tiravo da parte per permettere loro di continuare la folle corsa contro il destino. Ma in verità io mi facevo da parte per un altro motivo.
 
 

Perché in una sola cosa spero con tutto me stesso e con tutto il mio cuore: io spero che il loro destino non si incroci mai con il mio e con quello dei miei cari. Non parlo per fare del qualunquismo. Parlo perché ogni santo giorno leggo di sinistri stradali, morti, feriti, autoambulanze ed eliambulanze. Parlo perché la manovra azzardata di qualcuno che non ha nulla a che fare con la mia vita può invece interferire bruscamente e violentemente con la sfera dei miei affetti, e con ciò che ho più caro in questa vita. Parlo perché ho paura. Ed allora, mio caro giovane pilota, che sei talmente bravo da guidare con una sola mano mentre l’altra pende dal finestrino, che viaggi a 150 chilometri orari perché hai fretta, che imprechi contro un povero idiota che viaggia a 70 chilometri orari bloccando la tua corsa, che sorpassi fiero e deciso, proprio a te è rivolta questa mia preghiera. Purtroppo forse non arrivi a capire che puoi perdere il controllo del mezzo.
 
 

Non capisci che quando sei a 130 chilometri orari la forza centrifuga e l’inerzia potrebbero diventare incontrollabili, ed una virgola nel posto sbagliato potrebbe toglierti la vita. Non capisci che la corse si fanno sui circuiti, non sulle strade. Non capisci che i cinque minuti risparmiati non valgono la vita. Non capisci che nel mondo non esisti solo tu, e che non hai il diritto di interferire nella vita degli altri. Non capisci che guidare correttamente non è da imbecilli o da vigliacchi. Cerca di essere più rispettoso della tua vita e di quella degli altri perché, quando e se avrai la meravigliosa fortuna di tenere in braccio il sangue del tuo sangue, allora capirai e sentirai sensazioni mai provate prima. Sensazioni che nessun mojito sarà in grado di pareggiare, che nessuna mega serata in disco sarà in grado di eguagliare. Capirai che il tuo bimbo è il dono più grande che la vita sarà mai in grado di darti. Capirai che qualunque tua azione o reazione sarà solo ed esclusivamente condotta nel suo interesse.
 
 

Capirai di dover sempre tornare a casa la sera sano e salvo, perché lui ha bisogno di te. Capirai di non volere per nessuna ragione al mondo che qualcun altro possa intromettersi fra di voi. E, soprattutto, capirai le sensazioni che ho provato guardando nel retrovisore e vedendoti sopraggiungere a forte velocità mentre davo un’occhiata al “cicciottello di papà†che dormiva beato nel seggiolone. Ti prego guida piano, guida correttamente, guida nei limiti, guida nel rispetto delle altre persone, guida nel rispetto delle altre vite. Ti prego ragazzo, rispetta la vita. E se invece sei un automobilista rispettoso della vita allora ti prego, cerca di aiutare chi non lo è. Condividi questa preghiera. Utilizza i social a fin di bene. Falla giungere lontano. Falla leggere a tutti. Appendila fuori dai locali, alle pompe di benzina, negli autolavaggi, dai gommisti. Appendila dove vuoi tu. Vi supplico guidate piano ragazzi, tornate sempre a casa, sempre tutti interi. Personalmente non credo di avere il coraggio di rifare quella strada. Me ne starò tranquillo a casa a godere di quella meraviglia della natura che porta il nome ed il cognome di mio padre. E lo terrò lontano dal tuo ego”.
 
 

Un padre cosentino

 

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