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Nuovo ospedale, Rende (Pd): «Superare le guerre di quartiere»

Cosenza

Nuovo ospedale, Rende (Pd): «Superare le guerre di quartiere»

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Nuovo Ospedale Cosenza 20

Ancora una volta siamo costretti, nostro malgrado, come Cisl, ad intervenire nel dibattito che è diventato veramente stucchevole per quanto riguarda la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza. Una querelle che a nostro avviso ha tutto il sapore politico e che si sta giocando ancora una volta sulla pelle dei cittadini che necessitano di assistenza sanitaria. Come abbiamo sostenuto tante volte è il tempo di mettere da parte le varie ambizioni politiche e personali e concentrarsi su quelle che sono le problematiche che riguardano la sanità calabrese. Un settore che si può dire è ormai allo sbando sia per quanto riguarda le strutture – basti pensare che l’ospedale dell’Annunziata e il Pronto soccorso, preso d’assalto ogni giorno, versano in condizioni veramente fatiscenti, dove spesse volte in alcuni reparti cadono dei calcinacci dai tetti mettendo a rischio l’incolumità di pazienti e operatori sanitari –, ma anche per l’enorme debito che ha accumulato specialmente con la gestione commissariale. Pazienti che ancora sono costretti a rinunciare a curarsi a causa del protrarsi dello sciopero delle strutture sanitarie private. È notizia di alcuni giorni orsono, che i bambini che nascono in Calabria hanno una prospettiva di vita inferiore di almeno quattro anni – è questo a parere di questa organizzazione sindacale è veramente tragico – rispetto ai nascituri di altre regioni dove l’accesso agli esami e alle cure prenatali è garantito se non obbligatorio.

A nostro giudizio è il momento di mettere da parte chi deve intestarsi la paternità o il copyrait della realizzazione del nuovo nosocomio e remare tutti nella stessa direzione individuando al più presto un sito dove far sorgere la struttura del nuovo ospedale di Cosenza. È necessario abbandonare convegni e tavole rotonde, a giudizio del segretario della Cisl cosentina Tonino Russo, e individuare al più presto possibile una zona per la realizzazione dell’ospedale che sia innanzitutto dotata di infrastrutture, facilmente raggiungibile e servita dai mezzi di comunicazione come ferrovia, autostrada o superstrada e con pista per atterraggio di elisoccorso, in  modo da alleviare i disagi sia per le persone che hanno necessità di cure ma anche per familiari e parenti che devono assistere e visitare i propri cari. La scelta del luogo dove dovrebbe sorgere l’ospedale deve porsi l’obiettivo di servire non solo i cittadini della vasta provincia cosentina, ma anche calabresi e pazienti di altre regioni limitrofe come Basilicata e Puglia.

Non si può più indugiare, è necessario dare inizio ai lavori pena la perdita dei previsti finanziamenti che sono soldi della collettività. Ma, a nostro  parere, si corre un danno davvero inimmaginabile e incalcolabile, che a furia di rinviare la decisione sine die, nel momento in cui dovesse essere realizzata l’opera e la sua entrata in funzione, risulterebbe già vetusta. I nuovi parametri e tecniche di costruzioni cambiano ogni giorno ad una velocità davvero sbalorditiva, le nuove strumentazioni ospedaliere appena il tempo di metterle in funzione sono già “vecchie”. Mentre le altre regioni corrono e sono all’avanguardia nella cure agli ammalati – la Regione Veneto alcuni giorni orsono ha inaugurato una struttura per la cura ai tumori che è costata quasi tredici milioni di euro dotata di due macchinari unici in Italia – in Calabria, prima regione d’Italia per l’alta percentuale di morte da tumori,  si sta ancora a litigare per la individuazione del sito. Che dire di fronte a questo spettacolo! È veramente vergognoso e irresponsabile.

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