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“Comune Accordo”, ditte e funzionari comunali gestivano appalti e soldi

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“Comune Accordo”, ditte e funzionari comunali gestivano appalti e soldi

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«Ringraziamenti sentiti da parte del Procuratore capo della Repubblica di Castrovillari per il procuratore Generale «attento alle dinamiche sul territorio di sua competenza. Le parole del Procuratore generale sono significative sul fatto che c’è una reale vigilanza e controllo sulle attività in essere. Ringrazio la guardia di Finanza e i collaboratori “quotidiani” della Guardai di Finanza di Sibari, il capitano della compagnia di Rossano, la tenenza di Corigliano, collaboratori che non dicono mai di no. Questa indagine nasce per la stretta collaborazione non solo con le forze dell’ordine e la magistratura ma con il prefetto di Cosenza, Tomao, al quale va il mio personale ringraziamento per la preziosa collaborazione che ha dato in questi anni in cui sono alla guida della Procura di Castrovillari e anche in precedenza perché l’esposto da parte del sindaco di Corigliano (oggi ex sindaco Giuseppe Geraci) con la quale si segnalava in maniera anomala (perché queste denunce vanno presentate alla Procura della Repubblica), che erano sempre le stesse ditte ad occuparsi dei lavori pubblici o direttamente o indirettamente quando c’erano altre ditte a vincere le gare , comunque poi di fatto eseguivano sempre le stesse i lavori.

Questa segnalazione è giunta sul mio tavolo dal prefetto di Cosenza ed è stata sviluppata poi dalla Guardia di Finanza. Abbiamo iniziato a verificare non solo che era vero ciò che era stato segnalato ma c’era una particolare ricorrenza anche fuori il territorio di Corigliano. La dinamica era la stessa: c’era una sorta di modus operanti identico per varie gare d’appalto; si concordavano le offerte con la percentuale di ribasso e si creavano le condizioni per aggiudicare ad una o all’altra ditta quella che era la gara in questione. Quando ciò non succedeva o per errore o perché capitava che usciva qualcuna con una offerta diversa, magari si aggiudicava poi i lavori, la ditta estromessa veniva accontentata con il riconoscimento di un 5% senza fare i lavori perché in realtà i lavori venivano eseguiti dalle stesse ditte del cartello che gestivano questo tipo di situazioni.

Il guadagno e a cosa portava il meccanismo

I lavori venivano eseguiti male, a risparmio, con il complicato meccanismo di nolo di personale e macchinari che faceva sì che si creava movimento tra la ditta che avrebbe dovuto fare l’appalto e quella che materialmente lo realizzava. Tutto questo in violazione delle norme del codice penale Frode di pubblica fornitura, turbativa d’asta, abuso d’ufficio ma soprattutto un meccanismo di elusione del codice degli appalti: il divieto di subappalto veniva sistematicamente eroso, superato, aggirato e anche i limiti imposti dalla legge per il quantitativo di lavorazione che possono essere dati in subappalto, a cottimo, all’esterno, da parte della ditta appaltatrice veniva completamente disatteso. Questo il panorama generale

Il capo fila: l’ufficio tecnico del comune di Corigliano

Attivate iniziative soprattutto intercettazioni ambientali all’interno del comune di Corigliano ci hanno consentito di comprendere come fosse possibile attuare il meccanismo: non era l’operatività da parte di soggetti esterni, di imprenditori, ma era anche qualcosa in più che trovava la sua sponda nell’ufficio tecnico del comune. Ci sono conversazioni che abbiamo captato in occasioni di aggiustamenti di alcune pratiche di gara, sistemare offerte, percentuali, ecc. sono indicative per quelle che erano le attività del sodalizio che controllava gli appalti e tutto ciò che era il territorio dal punto di vista della collettività.

Le gare di appalto, le 42 panchine pagate a 3700 euro cadauno e il palazzo costruito al posto della strada

resizeSono undici gare: si va dai loculi del cimitero, alle condotte idriche, ai lavori di moderazione del rischio idrogeologico, lavori stradali, bitumazioni, rattoppi stradali di particolare importanza posti in essere per buche ed estemporanee e in una zona dove la scorsa estate ha perso la vita un ragazzino di undici anni dove in queste buche era finito con la bicicletta. Questo per dire che il danno molte volte non si produce solo alla pubblica amministrazione ma alla vita di relazioni all’esterno delle nostre case. Ulteriore indicazione delle gare, per esempio dell’arredo urbano che sono panchine, fioriere: abbiamo verificato come nella nota piazza Salotto di Corigliano , una piazza un po’ il fiore all’occhiello  della cittadina, sono state allocate 42 panchine del costo unitario di 860 euro in realtà il comune le ha pagate 3700 euro l’una. Ma il dato soprattutto significativo un comune del Nord Italia che ha preso le stesse panchine le ha pagate al costo di 860 euro…questa la dice lunga del danno alle casse comunali e alla collettività. Un’altra vicenda che ha a che fare con la piazza Salotto: un imprenditore destinatario di provvedimenti emessi dal Gip ha realizzato un palazzo prospicente una via comunale che viene chiusa dalla stessa amministrazione comunale per consentire la realizzazione di una scalinata di accesso a questo palazzo che altrimenti avrebbe avuto una via e le macchine di passaggio a dare fastidio. La via è stata letteralmente cancellata per la scalinata per un costo totale di 178 mila euro a carico delle casse del Comune.

Mi sono soffermato su quelli che sono gli aspetti più emblematici, ma ci sono le conversazioni che indipendentemente da chi partecipa e si aggiudica la gara si sente dire “tanto il lavoro lo facciamo noi”. Sembra emergere dalla nostra attività captativa un accordo generalizzato tra nord e sud, cioè le imprese che partecipano dal nord qui da noi, per rientrare nel discorso della soglia e portare quell’indice percentuale che consente di aggiudicare all’uno o all’altro aderente al cartello, viene rispettato anche per gare fatte al nord Italia con la partecipazione delle nostre ditte alle gare che si fanno in quella zona. Questo la dice lunga non solo come operavano questo meccanismo ma su come erano sicuri di potersi aggiudicare e controllare le gare.

Chi non si aggiudicava la gara veniva accontentato

vlcsnap error742In ogni caso chi per errore si aggiudicava una gara veniva accontentato e questo mi piace evidenziarlo, nessuno imprenditore pur essendosi aggiudicato una gara non ha mai denunciato, non ha mai portato avanti i lavori o “è stato costretto”; era un meccanismo in cui tutti ci guadagnavano: i funzionari dell’ufficio tecnico, i direttori dei lavori incaricati perché in alcuni casi abbiamo verificato che mentre si esercitava la funzione pubblica di responsabili  di una di queste opere pubbliche contemporaneamente una delle ditte aderenti al cartello conferiva un altro incarico. Un meccanismo che ha funzionato fin troppo bene nel corso degli anni. Per dare il senso di mancanza di autocontrollo di legalità che è andato oltre perché c’erano queste collusioni di interessi, addirittura quando si parlava di variante approvata o un problema di natura idrogeologica per lo spostamento di una condotta direttamente il responsabile dell’ufficio tecnico si è fatto promotore nell’interesse della ditta recandosi a Catanzaro presso l’Autorità di bacino. Era un contesto fuori da ogni schema operativo della pubblica amministrazione»

 

Bovenga: una società ad hoc gestiva le gare garantendo la vittoria alle componenti del cartello

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