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(VIDEO) Intercettazioni, riprese e tracce. Così è stato preso l’assassino di Angelo Pino

Calabria

(VIDEO) Intercettazioni, riprese e tracce. Così è stato preso l’assassino di Angelo Pino

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Omicidio Angelo Pino

Guadagnuolo individuato grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, l’analisi delle immagini di videosorveglianza e il ritrovamento di tracce biologiche e delle impronte. Ha ucciso Angelo Pino accecato dalla gelosia

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LAMEZIA TERME – Un movente passionale quello che ha spinto Giuseppe Guadagnuolo ad uccidere Angelo Pino, risolto nel giro di poche ore grazie al lavoro minuzioso degli inquirenti di Lamezia e alla sinergia della procura lametina, diretta dal PM Curcio con i reparti investigativi speciali dei carabinieri, in particolare i Ris di Messina. Il movente era stato chiarito già nella serata di ieri quando, dopo ore di interrogatorio, il 54enne lametino ha confessato l’omicidio di Pino al quale non è stata “perdonata” la frequentazione dell’ex agente di polizia penitenziaria con l’ex moglie del suo assassino, dalla quale si era separato da pochi mesi ed era in attesa dell’udienza formale di separazione in Tribunale. Accecato dalla gelosia, nella notte tra sabato e domenica, ha pedinato Pino (che ha passato la serata con la donna) per tutta la notte fin sotto casa e po, lo ha ucciso sparandogli 3 colpi di pistola a bruciapelo.

A stringere il cerchio intorno a Guadagnuolo le intercettazioni telefoniche e ambientali oltre all’analisi delle immagini di videosorveglianza nonché al ritrovamento di tracce biologiche con le sue impronte. Gli inquirenti sono così risaliti al nome di Guadagnuolo che è stato sottoposto a fermo ed accusato di omicidio, porto e detenzione e ricettazione di arma clandestina visto che la pistola con la quale ha fatto fuoco era detenuta illegalmente. Arma che avrebbe gettato subito dopo il delitto in una campagna alla periferie di Lamezia e ritrovata dai carabinieri dopo che l’uomo li ha accompagnati. Nella conferenza stampa tenuta questa mattina a Lemezia le forze dell’ordine hanno invitato tutte le donne a non aver paura e denunciare ogni episodio di violenza e malversazione, in modo da evitare conseguenze tragiche come quella di sabato notte.

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Il Procuratore Curcio “girava armato con l’intento di ucciderlo”

Il procuratore Capo di Lamezia, Salvatore Curcio, illustrando i particolari dell’operazione condotta dai carabinieri del Gruppo di Lamezia ha sottolineato come quella di ieri ” è stata un’indagine capillare che ci ha permesso di chiudere la vicenda in 12 ore. Siamo arrivati alla dichiarazione spontanea di Guadagnuolo che ha confessato e accompagnato i carabinieri sul luogo dove aveva buttato la pistola. Si tratta di una Beretta cal.7.65 con matricola abrasa, abbandonata lungo una strada dove il fermato ha anche bruciato i vestiti indossati nel momento del delitto, compiuto per motivi passionali perché geloso della relazione intrapresa dall’ex moglie con Pino”.

Omicidio Angelo Pino3

L’ex moglie aveva denunciato il pedinamento

Grazie ai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, i carabinieri sono riusciti a ricostruire tutti gli spostamenti di Guadagnuolo. L’uomo, già da alcuni giorni, pedinava l’ex moglie dalla quale era separato da tempo, per accertare con chi avesse allacciato una relazione, tanto che la donna, aveva fatto presente la circostanza ai carabinieri. Sabato sera Guadagnolo, secondo la ricostruzione dei carabinieri, ha visto l’auto dell’ex moglie parcheggiata nelle vicinanze della caserma dei carabinieri e si è fermato per attenderne il ritorno. Quando la donna, dopo essere stata accompagnata da Pino, è partita, Guadagnuolo ha seguito l’uomo fino a giungere in prossimità della chiesa Maria Santissima delle Grazie a Sambiase, dove lo ha costretto a fermarsi. Quindi è sceso dall’auto, si è avvicinato ed ha fatto fuoco tre volte dopo avere poggiato la mano sullo sportello. Particolare che si è rivelato decisivo, visto che l’impronta è stata repertata dai carabinieri.

Inoltre, in un successivo dialogo con la figlia, e intercettato dai carabinieri, alla donna che gli manifestava i suoi sospetti sulle responsabilità del delitto, il 54enne ha sostanzialmente ammesso di avere ucciso Pino che abitava nella stessa zona ma non si conoscevano.

 

 

 

 

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