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“Legalità e sviluppo del territorio”, Salvatore Borsellino ai 400 ragazzi: “osate e rimanete in Calabria”

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“Legalità e sviluppo del territorio”, Salvatore Borsellino ai 400 ragazzi: “osate e rimanete in Calabria”

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incontro Legalita e sviluppo del territorio della valle

La ‘ndrangheta, la giustizia, la legalità, la speranza e la responsabilità. Sono stati ben 400 gli studenti che hanno partecipato all’incontro formativo promosso dall’IIS Lucrezia della Valle

 

COSENZA – In silenzio ad ascoltare per più di due ore, i valori emersi dall’incontro formativo, svoltosi questa mattina, sul tema “Legalità e sviluppo del territorio”; una tavola rotonda per parlare di regole, per coniugare i due termini del titolo, legalità e sviluppo del territorio calabrese, fortemente voluto dalla dirigente scolastica Loredana Giannicola che ha ribadito ai ragazzi: “Bisogna costruire la coscienza collettiva del nostro presente partendo dalla scuola”.

I suoi studenti hanno incontrato stamattina personalità importanti che hanno combattuto la mafia e che non si sono lasciati rubare la speranza. Accanto a lei Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, animatore convinto del movimento delle Agende rosse, dal colore di quella del Magistrato ucciso in via d’Amelio. È lui che con voce forte spiega ai ragazzi di essere lì, su quel palco per “prendere la vostra speranza e i vostri sogni” incitando i ragazzi a osare e a rimanere in Calabria. “Mio fratello era un soldato”, continua, “ma ad ucciderlo non è stato tanto il nemico, ma il fuoco di che è arrivato vigliaccamente alle sue spalle e che invece doveva combattere assieme a lui”.

I ragazzi hanno ascoltato concentrati e attoniti, in un silenzio gravido di perché: ascoltano dalla viva voce dei testimoni di giustizia, dei magistrati, dei sopravvissuti alle stragi di mafia, le storie che tante volte distrattamente hanno sentito in tv. E diventando grandi, si confrontano con la viltà e la bestialità della ‘ndrangheta. “Silenzio, fai silenzio ca parrasti assai!” grida dal pubblico uno di loro al magistrato Marisa Manzini, una ‘coupe de theatre’ per ricordare l’arroganza di Pantaleone Mancuso che durante un processo si rivolse con queste parole al giudice Manzini che sono anche il titolo del suo ultimo libro: “Le mafie vogliono il silenzio, non gradiscono le parole. E quando sentono cose che non gli piacciono, inviano messaggi di prepotenza ed arroganza”. Una donna, un magistrato, adesso membro della Commissione parlamentare antimafia, che ha provato una emigrazione al contrario scegliendo di venire in Calabria, accettando di entrare in guerra. “Una guerra che non è mai finita”: a testimoniare con energia è Gaetano Saffioti di Palmi, imprenditore, “un uomo normale” si definisce, ma che per i ragazzi del Della Valle assume subito le caratteristiche di un eroe essendo stato un testimone di giustizia importantissimo che ha permesso l’operazione Tallone D’Achille. “Io non sono un codardo ed ho raccontato la mia storia di minacce, estorsioni. Ho documentato tutto, ho dato vita all’operazione Tallone D’Achille e ho deciso di rimanere a Palmi”.

La mafia ti può piegare, ti può arrecare tanto dolore, ma bisogna trovare il coraggio di guardarla negli occhi. “State attenti ragazzi, anche un solo caffè può rubare la vostra anima e farvi inginocchiare di fronte alla mafia” la voce di Sara Scarpulla, madre coraggio di Matteo Vinci trucidato a Limbadi dalla ‘ndrangheta, si rompe nel pianto, “la foto di mio figlio è sempre sul mio petto, era un puro, un ragazzo esemplare, uno di voi”. Persone inumane, bestie, vigliacchi: la ‘ndrangheta arriva sempre alle spalle e aggredisce impedendo lo sviluppo di una terra meravigliosa come la Calabria.

“Essere mafiosi non significa soltanto far parte di questo antistato, ma a volte può significare anche non fare il proprio dovere di cittadino facendo finta che il problema non esista o che riguardi altri”, una mattinata intensa chiusa con l’intervento del Senatore Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, “la ‘ndragheta vuol dire molte cose: droga, corruzione e penetrazione della pubblica amministrazione, della stampa, uccisione della speranza. Ma la speranza è forte solo in chi si assume la propria responsabilità e in chi non fa propria la cultura della rassegnazione”. 5621 giovani vanno via dalla Calabria, abbandonano la loro terra. Un incontro per ridare loro la speranza di poter cambiare, partendo da qui.

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