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Furbetti dei buoni pasto, Codacons: “quali comuni hanno nascosto gli elenchi?”

Calabria

Furbetti dei buoni pasto, Codacons: “quali comuni hanno nascosto gli elenchi?”

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Sono trascorsi più di due mesi da quando l’ANCI Calabria, raccogliendo l’invito del Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, aveva deciso che “le liste dei beneficiari degli aiuti destinati alle famiglie bisognose, saranno consegnate ai prefetti, affinché controllino i nominativi alla caccia di abusi e illegittime assegnazioni”

 

COSENZA – Tutti quelli che hanno ricevuto i buoni pasto ne avevano davvero diritto? E soprattutto chi ne aveva diritto li ha ricevuti? L’Anci riteneva necessaria ed indispensabile un’azione per riportare trasparenza e legalità dell’operato dei comuni. In buona sostanza, vista l’impossibilità di pubblicare i nomi, per il dovuto rispetto della privacy dei cittadini, si era deciso che gli elenchi dei beneficiari fossero consegnati ai Prefetti. Certo la Procura aveva chiesto che gli elenchi venissero consegnati ai Carabinieri, ma comunque la decisione dell’Anci andava nel solco della massima trasparenza, vista la dichiarata volontà di collaborare “con le prefetture per segnalare eventuali anomalie e fornire gli elenchi completi”.

“Siamo consapevoli – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – come la pur autorevole decisione dell’Anci non costituisse un obbligo per le amministrazioni locali. Eppure confidavamo nella massima trasparenza per scongiurare ogni possibile sospetto o, peggio, ogni terribile abuso. Abusi che hanno impedito alle persone realmente in difficoltà di accedere ai “buoni spesa”. Trascorsi più di due mesi – prosegue Di Lieto – abbiamo chiesto all’Anci Calabria ed ai cinque Prefetti di rendere noti i Comuni che hanno omesso di trasmettere quegli elenchi, impedendo, nei fatti, la verifica degli abusi. Abusi veramente squallidi perchè hanno finito per colpire proprio i più deboli”.

Il Codacons infatti ha ricevuto diverse segnalazioni “di una strana ‘ritrosia’, da parte di amministrazioni comunali, a trasmettere gli elenchi. In questo caso ci troveremo dinnanzi un comportamento che potremmo definire “omertoso” o, peggio, “connivente” e che finirebbe per tutelare i “furbetti” dei buoni pasto. Comportamenti, di certo, che si pongono in antitesi con la tanto invocata trasparenza e legalità nell’operato delle Amministrazioni comunali”.

“Soprattutto – conclude Di Lieto – in un periodo davvero drammatico per tantissimi cittadini, bisogna prestare grandissima attenzione affinchè le poche risorse vadano a chi ne ha realmente bisogno, evitando – come già successo per il reddito di cittadinanza – che finiscano illegittimamente nelle tasche di delinquenti e di “amici degli amici”.

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