Italia
Sempre più contagi nelle scuole, attesa per il Dpcm. L’Anci “più controlli nella movida”
Crescono i contagi tra studenti e insegnanti, mentre sono sempre di più istituti costretti alla chiusura. Nel nuovo Dpcm si va verso la chiusura nelle zone rosse con la facoltà per le altre regioni di intervenire a livello locale se si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti. Intanto il monito dell’Aci al Governo “se si chiudono le scuole intensificare i controlli nella movida”
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COSENZA – Scuole chiuse in zona rossa e facoltà nelle altre regioni di chiudere gli istituti se, a livello locale, si raggiungono 250 casi ogni 100mila abitanti. È la linea decisa nella cabina di regia a Palazzo Chigi in vista del nuovo dpcm Covid che dovrebbe essere approvato entro oggi. Questa soluzione recepisce in sostanza le indicazioni del Cts sulle scuole e porta alla chiusura anche delle elementari e delle medie, con il ritorno alla didattica a distanza, nelle aree rosse e ad alto contagio. Gli esponenti del Comitato tecnico scientifico hanno illustrato alle Regioni il parere del comitato relativo alla situazione epidemiologica delle scuole. Il parere era stato chiesto espressamente dei presidenti nella riunione con il governo della settimana scorsa e i ministri degli Affari Regionali Mariastella Gelmini e dell’Istruzione Patrizio Bianchi hanno portato la richiesta all’attenzione del governo nel corso della cabina di regia. I ministri per gli Affari regionali e della Salute, Mariastella Gelmini e Roberto Speranza, terranno alle 18:45 una conferenza stampa per illustrare le nuove misure del Dpcm. All’incontro parteciperanno anche il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.
Intanto crescono in modo esponenziale i contagi tra studenti e docenti, mentre sono sempre di più le scuole costrette a chiudere per i contagi. Solo ieri, nel cosentino, sono state chiuse le scuole a Lattarico e Castrolibero mentre in città i contagi hanno interessato i plessi di Via De Rada e via Saverio Albo. Ma è in tutta Italia che continuano a registrarsi focolai, nati specificatamente in ambito scolastico, dal 7 gennaio all’1 marzo, sono stati in totale 408, e hanno coinvolto complessivamente 2.314 persone tra allievi, insegnanti e personale: 125 nelle scuole elementari,83 nelle scuole medie e sempre 83 anche alle superiori.
Anci “più controlli nella movida”
Ma sulla chiusura delle scuole arriva un punto fermo da parte dell’Associazione Comuni (Anci) “Ho posto nuovamente al governo e al ministero dell’Interno il tema dei controlli sugli assembramenti su strade o piazze da parte delle forze dell’ordine: far sì che si accetti l’interruzione delle lezioni in presenza diventa più complicato se ogni sera ci sono centinaia di ragazzi in giro nei luoghi della movida”. Così Antonio Decaro presidente dell’Associazione Comuni (Anci). “Il Governo ci ha comunicato che siamo davanti a una risalita dei contagi con l’incidenza delle varianti anche su fasce di età più basse. Due condizioni che impongono di valutare la chiusura, da parte delle regioni, delle scuole, a determinate condizioni. Nel confronto con il governo e le regioni abbiamo formulato due richieste: parametri chiari sulle condizioni che fanno scattare il provvedimento di chiusura e risorse per le famiglie che hanno bisogno di aiuto nella gestione dei figli” ha aggiunto Decaro “siamo consapevoli che sia fondamentale salvaguardare la salute, anche con provvedimenti duri – conclude -, ma non si possono lasciare i cittadini sospesi, privi di certezze e di mezzi per far fronte alle restrizioni”.
“La Scuola non si chiude” parte protesta sui social
– “La scuola non si chiude con nessun colore”, “Vergognatevi se chiudete la scuola”, “No alla dad”, “Che sia arancione, giallo o rosso la scuola deve essere al primo posto!”: mamme, nonne, zii, papà, si mostrano in foto su Fuacebook muniti di cartelli per contrastare le chiusure in atto e quelle che si profilano per le prossime settimane. “Ci troviamo nell’imminenza di provvedimenti che minacciano di far tornare la scuola al febbraio-marzo 2020 (laddove questo non è già accaduto). Consapevoli della necessità di misure per contenere l’epidemia e ridurre i contagi , sosteniamo che sia essenziale, per il presente e il futuro del Paese, adottare provvedimenti in grado di tutelare il diritto alla salute insieme al diritto all’istruzione. Richiamiamo le istituzioni italiane al senso di responsabilità verso una materia così importante come la scuola, che non può essere liquidata come «settore improduttivo», e verso i minorenni che risiedono in Italia”, scrive il Comitato Priorità alla Scuola. Intanto è partita anche la campagna social sui congedi “Mamma ho perso il congedo” raccogliendo centinaia di testimonianze di donne “sull’orlo di una crisi di nervi” costrette ad utilizzare le ferie, i permessi non retribuiti, ad inventarsi soluzioni funamboliche perchè non tutte le categorie dispongono di questi istituti . I congedi straordinari Covid, infatti, dal 31 dicembre non sono stati rinnovati, e le famiglie con figli minorenni in isolamento fiduciario – soprattutto le mamme – hanno dovuto consumare le proprie ferie per stare accanto ai bambini, perché il Governo non ha reiterato il decreto relativo ai congedi parentali. Con la chiusura delle scuole, poi, la situazione è peggiorata in modo significativo”.



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