Calabria
Tirocinanti bloccano l’accesso per l’aeroporto. Viaggiatori a piedi, c’è anche Gratteri
Continua la protesta dei tirocinanti che hanno bloccato la strada che conduce all’aeroporto di Lamezia Terme
LAMEZIA TERME – Stabilizzazione di circa 6.500 tirocinanti che, con diversi incarichi, prestano la loro opera con enti pubblici, ministero della Giustizia, Mibcat e Miur. Queste le rivendicazioni al centro della manifestazione organizzata dal sindacato Usb ed inscenata da stamani davanti alla strada che conduce all’aeroporto di Lamezia Terme da circa 300 tirocinanti. I manifestanti hanno bloccato l’accesso all’arteria stradale, costringendo i viaggiatori a recarsi a piedi per poter raggiungere lo Scalo ed imbarcarsi. Tra essi anche il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri. La protesta è tuttora in corso.
I manifestanti, già oltre 500, rappresentano i circa 7000 lavoratori che da anni rivendicano un inquadramento occupazionale dignitoso, a fronte del servizio che regolarmente espletano anche in alcuni settori strategici della pubblica amministrazione (come la Giustizia). Nella zona di Sant’Eufemia di Lamezia, dove si trovano in questo momento i manifestanti, sono concentrati la stazione ferroviaria della dorsale tirrenica, l’aeroporto internazionale e lo svincolo autostradale dell’A2 Salerno-Reggio Calabria. A guidare la protesta il sindacato unitario di base. “Il tempo delle promesse è finito. A seguito della proposta di emendamento, che prevede la contrattualizzazione di una parte dei tirocinanti, non possiamo accettare che 4 mila lavoratori e lavoratrici vengano comunque lasciate fuori da qualsiasi forma di contrattualizzazione. Sono i tirocinanti che operano all’interno delle amministrazioni comunali, persone che assolvono a compiti fondamentali, ma che non vengono riconosciuti e retribuiti come dipendenti e che si trovano a tutti gli effetti a subire una condizione di schiavitù. Non accettiamo più proroghe e false soluzioni utili solo mantenere sotto scacco migliaia di calabresi. Governo e Regione devono fare i conti con la determinazione dei lavoratori e delle lavoratrici, indisponibili ad accettare in silenzio questa ennesima umiliazione”.



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