Calabria
Antimafia, Occhiuto su Mangialavori: “persona di specchiata correttezza”
Il senatore Franco Mirabelli, capogruppo dem in Commissione Antimafia e vicepresidente dei senatori dem ha chiesto ad Occhiuto cosa ne pensasse delle rivelazioni sul senatore Mangialavori
ROMA – Sono state definite molto gravi, se confermate dalle indagini, le notizie sul collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena, nel corso del processo Rinascita-Scott, che avrebbe rilasciato dichiarazioni secondo le quali il senatore calabrese Giuseppe Mangialavori e l’ex senatore Francesco Bevilacqua sarebbero stati eletti con il sostegno delle consorterie Macrì-Pardea e Lo Bianco-Barba.
“Si tratta di dichiarazioni preoccupanti – ha dichiarato il senatore Franco Mirabelli, capogruppo dem in Commissione Antimafia e vicepresidente dei senatori dem. – Serve che la politica calabrese dimostri la volontà forte di spezzare ogni legame con la criminalità organizzata. Cosa pensa o intende fare in questo senso il candidato a governatore in Calabria e capogruppo di Fi al Senato Roberto Occhiuto, che molto ha insistito per il controllo preventivo delle liste da parte dell’Antimafia e ora non può ignorare questa ennesima vicenda?”
Occhiuto: “su Mangialavori non c’è alcun procedimento giudiziario”
Quasi immediata la risposta di Roberto Occhiuto, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria che accusa Mirabelli di “imbracciare i forconi” e definisce “Mangialavori persona di specchiata correttezza”. “Il capogruppo del Pd in Commissione Antimafia, Mirabelli, invoca una mia reazione in relazione ad alcune affermazioni di un collaboratore di giustizia che chiama in causa il senatore Giuseppe Mangialavori. Intanto mi duole sottolineare come la dichiarazione dell’esponente dem trasudi giustizialismo da tutti i pori. Altro che Movimento 5 Stelle… qui qualcuno che si definisce democratico spedisce in cantina il garantismo e sceglie di imbracciare i forconi dopo aver orecchiato e naturalmente non verificato alcune maldicenze”.
“Il senatore Mangialavori, che mi onoro di annoverare tra i miei amici – prosegue Occhiuto – è una persona di specchiata correttezza morale, e a suo carico non c’è alcun procedimento giudiziario. Ma tranquillizziamo il buon Mirabelli. La coalizione che sostiene la mia candidatura entro pochi giorni depositerà le liste dei candidati al Consiglio regionale della Calabria alla Commissione parlamentare Antimafia, per il controllo preventivo che io per primo ho chiesto in modo esplicito. Il Pd, caro Mirabelli, farà la stessa cosa?”.
Intanto anche i componenti del M5s in commissione Antimafia chiedono chiarimenti: “Nel processo Rinascita Scott che si sta celebrando a Catanzaro, il pentito e collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena ha fatto i nomi dei politici sostenuti dall’Ndrangheta. Spicca il nome del senatore Giuseppe Mangialavori di Forza Italia che è presente anche in commissione Antimafia e siamo al paradosso più incredibile. Ma il nome del senatore Mangialavori non è nuovo a questi accostamenti, non è solo la dichiarazione di un pentito”.
“Già a maggio scorso avevamo dato risalto alla sentenza della Cassazione nel processo “Imponimento” che scriveva chiaramente come il senatore di Forza Italia fosse stato sostenuto politicamente dal clan di Filadelfia retto dal boss Rocco Anello. Ora basta, chiediamo un’urgente intervento anche da parte della Presidente Casellati perché la situazione è di assoluta gravità e non si può tollerare che chi abbia avuto sostegno dalle mafie sieda proprio in commissione Antimafia”.
Mangialavori su Facebook: “sono solo illazioni”
Non tarda ad arrivare la reazione dello stesso senatore calabrese, che tirato in ballo dal pentito Arena si difende: “Respingo con forza le illazioni e le fantasiose ricostruzioni contenute in alcuni articoli giornalistici – scrive su facebook Mangialavori -. Posso solo affermare, senza alcun timore di essere smentito, che le mie campagne elettorali, inclusa quella per le Politiche del 2018, siano sempre state condotte in maniera limpida, trasparente e mai clientelare, sempre lontano da qualsivoglia contesto dichiaratamente o – persino – latamente criminale. La mia storia personale, oltre che quella professionale, sono state sempre improntate a valori etici irreprensibili. Non è accettabile perciò subire l’onta costante di taluni interventi giornalistici. Ho, di conseguenza dato mandato ai miei legali affinché tutelino in ogni sede la mia immagine e la mia onorabilità”.



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