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‘Ndrangheta nella Capitale, i capi cosca restano in silenzio davanti al gip

Calabria

‘Ndrangheta nella Capitale, i capi cosca restano in silenzio davanti al gip

Le indagini hanno fornito gravi indizi sull’esistenza delle cosche calabresi che risulterebbero detentori di un radicato controllo del territorio

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ROMA – I due boss della ‘Ndrina che da anni operava a Roma, Vincenzo Alvaro e Antonio Carzo, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip nell’indagine della Dda di Roma e dalla Dia che ha portato all’arresto di 43 persone. Oggi davanti al giudice Gaspare Sturzo sono proseguiti gli interrogatori ma quasi tutti gli indagati hanno deciso di non rispondere. All’atto istruttorio ha partecipato anche Giovanni Musarò, titolare del fascicolo coordinato dagli aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò.

Le indagini sviluppate dal Centro Operativo Dia di Roma hanno fornito gravi indizi sull’esistenza dell’associazione di ‘ndrangheta Alvaro-Penna, i cui sodali, secondo l’accusa, risultano detentori di un radicato controllo del territorio e delle attività economiche, nonché infiltrate nella gestione di alcune amministrazioni locali nella Capitale. Il possesso di armi, anche da guerra, da parte dei componenti dell’associazione criminosa determina la pericolosità dell’associazione stessa.

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