Archivio Storico News
Il sistema di depurazione a rischio nel cosentino
RENDE – Le segreterie provinciali di CGIL, CISL e FIADEL lanciano l’allarme dopo che Salvaguardia Ambientale, l’azienda che gestisce l’impianto di Coda di Volpe a Rende, ha comunicato che il 31 maggio cesserà l’attività e che saranno licenziati 34 operai.
Sono ben 15 i mesi in cui questi lavoratori non hanno percepito lo stipendio. Ed ora al danno si aggiunge la beffa. La storia e’ sempre la stessa: un ripetersi in Calabria di Comuni che usufruiscono di servizi, da un lato, e che non corrispondono le spettanze alle imprese, dall’altro…un cane che si morde la coda. Il grave disagio economico e sociale e’ alla fine di tutto causato proprio dagli Enti, situazioni che ormai, quasi per un deviato senso culturale di cio’ che e’ “normale” (o dovrebbe essere) per noi calabresi, non attirano neanche piu’ l’attenzione. A questo punto, i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori sollecitando i Comuni coinvolti a provvedere immediatamente a mettere in atto tutte le misure necessarie per salvaguardare i posti di lavoro, accedendo anche ai fondi del Piano per il Sud relativi agli interventi straordinari nel settore fognario e depurativo: per l’area di Cosenza-Rende ammontano a 35 milioni di euro. Si attendono aggiornamenti.
Il Comune di Cosenza in una nota informa che “Commissione Lavori Pubblici: tavolo permanente sulla vertenza dei lavoratori del Depuratore di Coda di Volpe Si è insediato un tavolo permanente in seno alla Commissione Lavori Pubblici del Comune di Cosenza, presieduta dal Consigliere comunale Andrea Falbo, per esaminare la vertenza delle maestranze del Depuratore di Coda di Volpe che non ricevono lo stipendio da circa 15 mesi. La decisione di istituire un apposito tavolo per approfondire la delicata e complessa vertenza, è stata presa dopo che la commissione ha ascoltato nei giorni scorsi i rappresentanti sindacali (Ianni della CGIL, Airano dell CISL, Villella della UIL e Lincol della FIADEL) ed uno dei lavoratori interessati, Luigi De Rose, i quali hanno ricostruito l’excurus storico delle vicende degli ultimi anni. Nel corso dell’incontro sono state affrontate le criticità che, secondo i rappresentanti sindacali sarebbero da ricondurre a due ordini di problemi: 1. Il mancato incamero, da parte del Consorzio Valle Crati, delle somme dovute dai singoli comuni per la gestione del servizio di depurazione delle acque, con ricadute economiche negative sugli stessi dipendenti; 2. La necessità di attivare da parte dei comuni consorziati le procedure che consentirebbero al Consorzio di accedere al finanziamento CIPE per un intervento misto pubblico/privato di circa 35 milioni di euro. Il tutto entro il termine perentorio del 30 giugno prossimo. La Commissione lavori pubblici di Palazzo dei Bruzi, presieduta dal consigliere Andrea Falbo, sensibilizzata sull’argomento da una richiesta del Consigliere Mimmo Frammartino, sta visionando i documenti prodotti dai rappresentanti sindacali per studiare a breve le azioni da mettere in campo”.



Social