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Bimba di sette mesi uccisa a Cosenza, dose barbiturici non letale

Area Urbana

Bimba di sette mesi uccisa a Cosenza, dose barbiturici non letale

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Giovanna-Leonetti

La biologa trentasettenne Giovanna Leonetti è in attesa del verdetto del Tribunale della Libertà.

 

COSENZA – La  donna accusata di aver ucciso la piccola Marianna è ancora ricoverata nel reparto di Psichiatria dell’Annunziata. Dal giorno in cui la figlia di sette mesi è stata ritrovata al suo fianco priva di vita Giovanna Leonetti non ha mai lasciato il nosocomio bruzio. La biologa 37enne che dalla nascita dalla nascita della bambina pare soffrisse di una grave forma di depressione post partum è in attesa che il Tribunale del Riesame si esprima in merito alla forma detentiva da applicare. I pm hanno chiesto il regime carcerario, mentre il gip aveva proposto la detenzione domiciliare. Secondo la difesa però la reclusione in un penitenziario non garantirebbe l’efficacia delle cure farmacologiche e del percorso terapeutico a cui è attualmente sottoposta. Nel corso degli interrogatori la donna ha risposto ai giudici raccontando dei disagi psicologici vissuti dopo il parto. Della mattina del 20 febbraio quando partì da Donnici, dove dormiva per riposare meglio la notte, per recarsi a casa in via Molinella dalla figlia avrebbe detto di non ricordare nulla. Quel giorno, come confermato dai familiari, la piccola Marianna era insieme alla baby sitter (il marito pare ne avesse assunte due per non gravare sul delicato equilibrio psichico della moglie) quando entrò nell’appartamento.

 

Per un breve momento restò in casa sola con il coniuge e la bambina poi andò dalla madre che abita al piano superiore con la piccola. Raggiunse la mamma salutò e poi disse di tornare dal marito, ma si fermò nell’appartamento della zia, che si trova nella stessa palazzina e di cui aveva le chiavi. Lì fu ritrovata dal marito stesa su un letto con la bambina cadavere ed una scatola vuota di barbiturici. Dall’esito dell’autopsia è emerso che la morte della bimba di sette mesi è avvenuta per soffocamento, verosimilmente, attraverso l’utilizzo di un cuscino date le microlesioni rinvenute sul volto della piccola. L’ipotesi del tentato suicidio della donna, invece, sarebbe ancora tutta da verificare. Secondo i primi rilievi emersi sembrerebbe che la dose di barbiturici ingerita non fosse letale. L’esigua quantità di farmaci assunti dalla donna in quell’occasione non pare possa costituire un elemento utile a poter decretare che Giovanna Leonetti quel mattino fosse intenzionata a porre fine alla propria esistenza.

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