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Bimba invalida potrà vedere il padre detenuto
COSENZA – Con la sedia a rotelle non sarebbe più riuscita a vedere il padre.
Trasferito dal penitenziaro di Rossano a quello di Lanciano l’uomo è stato condotto nella serata di ieri presso la casa circondariale di via Popilia. La piccola cosentina di 10 anni che da oltre quattro mesi non vede e non sente il padre da oggi potrà fargli visita. Dopo aver scontato cinque anni di detenzione nella casa circondariale di Rossano, l’uomo pare fosse stato arbitrariamente fatto migrare a Lanciano nonostante i diversi appelli mossi dalla famiglia e dagli avvocati del detenuta. Il trasferimento è avvenuto agli inizi di febbraio. Un incubo per la bimba abituata a fare regolare visita al papà. L’uomo è stato dopo mesi infuocati di lotta contro l’efferata decisione delle autorità giudiziarie, trasferito nel carcere di Cosenza dove dovrà rimanere per espiare la pena residua di circa un anno. A renderlo noto è Franco Corbelli, leder del movimento “Diritti Civili”, che aveva lanciato un appello sulla vicennda. “Mi ha telefonato la signora – dice Corbelli -, mamma della bambina e moglie del detenuto, per darmi la bella notizia e per ringraziarmi. Sono felice e commosso per essere riuscito ad aiutare la piccola a vedere esaudito il suo desiderio: riavere vicino e accanto il suo papa’”. Il leader di Diritti Civili aveva, insieme all’avvocato Enzo Paolini, che gli aveva chiesto di intervenire, segnalato il caso e rivolto un primo appello per questa bambina a metà febbraio, pochi giorni dopo il trasferimento dell’uomo dal carcere di Rossano a quello di Lanciano.
Intanto sulla situazione carceraria, definita ‘una vera e propria crisi umanitaria’ è intervenuto Antonino Castorina, responsabile nazionale del settore legalità ed enti locali dei Giovani Democratici: “Abbiamo avvertito da diverso tempo il disagio rispetto alla drammatica situazione che si vive dentro le carceri nel nostro paese. La situazione che oggi emerge, non degna di un paese civile e democratico, rappresenta nei fatti una sorta di emergenza umanitaria che va affrontata immediatamente. Al ministro Cancellieri – aggiunge – chiediamo di ridefinire il perimetro della funzione rieducativa, pensando ad ampliare le misure alternative alla detenzione per favorire un nuovo inserimento sociale dei detenuti o pensando ad un osservatorio che coinvolga associazioni di categoria in modo tale da coinvolgere i carcerati in percorsi di formazione e lavoro necessari per costruire loro un nuova vita nel post detenzione. Vanno rivisti i tempi della custodia cautelare perchè se una grossa parte dei detenuti, il 50%, è in attesa di processo, il 30% poi viene dichiarato innocente, e questo non solo fa sprecare risorse e spazi inutili ma vengono violati anche i diritti umani dell’individuo. L’Italia – sostiene Castorina – e’ il terzo paese d’Europa per sovraffollamento, anche la spesa giornaliera per detenuto e’ superiore alla media europea; in questo quadro – sottolinea – la Corte Europea impone allo stato di risolvere l’emergenza e per risolverla serve che il governo si impegni a ragionare ad una riforma del processo penale come parimenti e’ necessario che i beni confiscati vengano trasformati in una vera e propria risorsa per il nostro paese perche’ praticare la legalita’ porta sviluppo, crescita e lavoro. Noi difendiamo anche i diritti dei detenuti, per un Italia piu’ civile perche’ le condizioni delle carceri italiane – conclude – esigono un’ immediata risposta da parte delle istituzioni”.



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