Fusti nocivi e pericolosi ritrovati nei boschi di Monte Cocuzzo (FOTO)

Le immagini sono state postate su Facebook da Maurizio Cannata, che segnala il vergognoso avvistamento nei boschi incontaminati (almeno fino ad oggi) di Monte Cocuzzo.

COSENZA – “È domenica e fa caldo. Perché non andiamo al fresco nei boschi di Monte Cocuzzo?”; esordisce così il post di Facebook, che riporta le immagini di quanto scoperto dall’utente che ovviamente si scaglia contro chi, ha avuto il coraggio di abbandonare quei fusti pericolosi in mezzo alla natura: “Ma vi rendete conto di quello che fate? È mai possibile che non capite che state avvelenando la vostra terra, voi stessi e la vostra progenie? Restiamo senza parole e aspettiamo (con scarse speranze per la verità) che le autorità competenti facciano il loro dovere. Calabria, la Regione in cui i forestali assunti sono quasi il triplo dei rangers dell’intero Canada“.

Dalle immagini emerge chiaro il contenuto dei fusti: prodotti usati per il lavaggio a secco dei vestiti. Il tetracloroetene (o tetracloroetilene o percloroetilene) è un alogenuro organico. La sua struttura è assimilabile a quella di una molecola di etene i cui quattro atomi di idrogeno sono stati sostituiti da altrettanti atomi di cloro. A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore dall’odore di cloro, più denso dell’acqua. È un composto nocivo per inalazione e pericoloso per l’ambiente (come molti alogenuri organici è scarsamente biodegradabile). Non è infiammabile. Viene utilizzato nelle lavanderie a secco, come solvente per lo sgrassaggio dei metalli, nell’industria chimica e farmaceutica, nell’uso domestico.

Che siano tossici, inquinanti, chimici o industriali, è vergognoso che qualcuno possa pensare di smaltire questi bidoni lasciandoli in mezzo al verde della splendida area di Monte Cocuzzo, su un sentiero.

ECCO LE IMMAGINI