Calabria
San Ferdinando: iniziata la demolizione della baraccopoli. Salvini “dalle parole ai fatti”
Sono iniziate questa mattina le operazioni di sgombero della tendopoli di San Ferdinando con le ruspe che hanno iniziato la demolizione delle baracche
SAN FERDINANDO (RC) – Circa 600 uomini in campo, tra forze dell’ordine, vigili del fuoco e servizi sanitari. Presenti 18 pullman per trasferire in strutture di accoglienza circa 900 persone. Sul posto anche 4 mezzi del genio militare, oltre ad operatori della protezione civile e della Caritas. Oggi dunque sarà cancellata la vergognosa baraccopoli di San Ferdinando, che nel corso degli anni è arrivata ad ospitare fino a mille migranti, in condizioni di estrema precarietà igienica e strutturale. Intorno alle 8.30 un escavatore del genio guastatori dell’Esercito ha fatto il suo ingresso nel campo, precedentemente bonificato dall’amianto, iniziando a demolire le prime baracche. Operazioni seguite dall’alto da un elicottero della Polizia di Stato.
Nell’agglomerato, composto da alloggi fatiscenti e percorso da liquami nauseabondi, nell’ultimo anno sono morti 3 migranti a causa di roghi accessi nelle baracche. L’ultimo Al Ba Moussa, senegalese di 28 anni, morto nella sua tenda lo scorso 16 febbraio.
Alcuni migranti sono già andati via spontaneamente mentre un gruppo degli attuali ospiti sarà ospitato nella tendopoli realizzata dalla Regione Calabria in cui sono stati ricavati 300 nuovi posti. Altri andranno in centri Sprar e Cas della Calabria. “Come promesso, dopo anni di chiacchiere degli altri, noi passiamo dalle parole ai fatti”, questo il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini, in merito allo sgombero della baraccopoli firmato dal sindaco Andrea Tripodi, con un’ordinanza del 28 febbraio.
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Andrea Tripodi “ordinanza applicata, ma immaginavo un altro epilogo”
Il sindaco di San Ferdinando Andrea Tripodi, ai microfoni di RLB, ha commentato lo sgombero e la distruzione delle baracche “l’ordinanza è stata finalmente applicata, anche se non era questo l’epilogo che auspicavo. E’ chiaro che davanti ad un fenomeno così massivo di arrivo di immigrati, che dura oramai da molti anni, non ci sono state quelle politiche e quelle attenzioni rispetto a un fenomeno tutto sommato nuovo come l’immigrazione in un’area, come la nostra, particolarmente sofferente. Da anni ci troviamo davanti a una serie di omissioni, inadempienze e all’assenza di politiche sociali utili a contenere e a gestire questo tipo di fenomeno. Però, davanti alla situazione della baraccopoli, che andava degradandosi e peggiorando sempre di più, con tre incendi che hanno provocato tre morti e con una condizione di invivibilità, era necessario intervenire per interrompere questa condizione di degrado. Questo è soltanto un primo passo che rompe una condizione, ma ne apre un’altra, alla quale dobbiamo approcciarci con tutta l’esperienza che abbiamo già fatto, predisponendo condizioni che permettano ai migranti di una situazione di vita e di decoro dignitosa ma soprattutto umana“.
El Afia Ilah Abdel “trasferimento per condizioni di vita migliore”
Per Abdel El Afia, segretario Fillea CGIL, non si tratta di uno sgombero ma di un trasferimento per avere condizioni di vita migliore e un tetto dove dormire “io non lo chiamo sgombero ma trasferimento di lavoratori da un posto dove non possono più stare, in uno che mi auguro sia migliore di questo, per avere un tetto dove dormire. Ci sono tante soluzioni ma nell’immediatezza, mi auguro entro stasera, ci sia una tenda per tutti. Non dobbiamo lasciare nessuno in mezzo a una strada. Le operazioni di sgombero stanno andando con tranquillità e serenità. Non abbiamo visto resistenza e forse non c’era nemmeno bisogno di tutti questi agenti. I migranti stanno solo aspettando di capire cosa gli propone lo stato italiano per andare a dormire. Irregolari? Ci sono non lo possiamo negare, perché anche il decreto Salvini aggiungerà migliaia di lavoratori con permesso per ragione umanitarie ma che sono dei clandestini. La clandestinità non si combatte buttando le persone fuori. Un governo serio deve pensare a regolarizzare queste persone, non li possiamo espellere e vogliamo far finta che non vivano con noi o che siano invisibili. Molti di questi lavorano in nero, allora dobbiamo regolarizzarli per evitare che finiscano in mano alla mafia“.



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