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Tragedia sfiorata sulla strada per Laurignano
COSENZA – Roulette russa, sulla strada. La trafficata arteria di collegamento tra Cosenza e Laurignano,
(l’arteria viaria, è bene ricordarlo porta anche a Mendicino e zone vicini, ndr) è recentemente diventata la “tomba” di tre auto, che, in transito, sono state letteralemente travolte e seppellite da una cascata di fango e detriti, venuta giù dalla montagna sovrastante, sbriciolatasi per effetto delle abbondanti pioggie. Se non c’è “scappato” il morto, lo si deve alla prontezza di riflessi degli automobilisti che, accortisi del frastuono e di quella “pioggierellina” di pietre, hanno fatto appena in tempo a scendere dall’auto. I vigili del fuoco, intervenuti suil posto dell’emergenza, hanno lavorato intensamente per rimuovere la montagna di fango e detriti che ha coperto le auto. Super impegnati anche gli uomini della Protezione Civile. Sarebbe bastato un secondo di ritardo, e oggi, racconteremo un’altra storia. Decisamente più drammatica. La zona, interessata in passato da altri fenomeni di dissesto idrogeologico, è stata da tempo “coperta” con un rete, presuntamente messa per favorire la protezione degli automobilisti. Ma si sà, contro la natura non c’è rimedio efficace, se non la prevenzione degli eventi franosi. Ora quella strada è chiusa, al traffico. Pensare di chiudere il traffico e risolvere così il problema è un tipico sistema di risoluzione delle cose all’italiana. Della seria, mettiamoci una pezza e, poi si vedrà. Dal giorno della tragedia ad oggi, infatti, su quella lunga lingua d’sfalto, non è stato effettuato alcun intervento di ripristino del manto stradale. I massi sono ancora lì, la coperta di fango pure, aggravata dallo sbriciolamento di altri pezzi della montagna. Insomma il gigante di terra, fa paura. Davvero tanta. Traffico in tilt su percorsi paralleli, fra l’altro, la circolazione viaria di mezzi leggeri e pesanti è stata “dirottata” su una stradina dissestata, piccola e stretta e che poggia su un ponticello, con diverse “ferite” ed “escoriazioni” strutturali che, ne mettono, seriamente in pericolo la sua stabilità. La frana ha anche, come spesso succede, interrotto anche le attività commerciali della zona, ormai da giorni costretti a stare con le saracinesche aperte e con dentro i dipendenti con le “braccia conserte”. La stradina in questione, quella per così dire alternativa, è stata anche delimitata da due semafori, “piazzati” per regolamentere il traffico, snello nelle ore di tarda mattinata e primo pomeriggio, ma decisamente intasato, fino a far toccare agli automobilisti in fila, picchi elevati d’esasperazione, nelle ore di punta. La pioggia, intanto, continua a cadere copiosa, la montagna non accenna a sbriciolarsi, la strada è bloccata e la paura cresce. Mi viene da pensare che se ci fosse scappato il morto, forse a quest’ora, chi di competenza, avrebbe già preso i suoi provvedimenti. Che tristezza.



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