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Intimidazioni: spari in via XXIV Maggio
COSENZA – E sotto il “sole” sfrecciano i proiettili. Per i residenti, i pssanti e gli esercenti di via XXIV Maggio
รจ stata, quella di ieri, una giornata difficile da dimenticare. Ieri pomeriggio, infatti, quando le lancette segnavano le 17, lungo la trafficata arteria stradale cittadina, sono sfrecciati prima i proiettili e poi le sirene della polizia. In poco meno di qualche mese, infatti, il titolare di un centro estetico, รจ stato oggetto di un’intimidazione. Ma se nel pimo episodio, come racconta la storia criminale dell’intimidazione, i signor del terrore hanno agito indisturbati in piena notte, ieri pomeriggio hanno, invece, deciso di dare una dimostrazione eclatante della loro baldanza criminale, non esitando ad esplodere contro il “solarium” diversi colpi di pistola, disinteressandosi, perfino, della presenza dei passanti. “Sparato” il messaggio, i picciotti della mala, hanno fatto perdere le proprie tracce, svignandosela, prima di poter essere individuati. I colpi di pistola esplosi, hanno richiamato l’attenzione di quanti erano in via XXIV Maggio che, davanti a quella scena western che si materializzava sotto i loro occhi, hanno iniziato ad urlare e chedere aiuto. Qualcuno dei passanti, ha segnalato l’increscioso ed inquietante episodio alla sala operativa del 113. Gi agenti della squadra Volante, coordinati dal commissario capo Giuliana Ferrara, sono giunti per primi sul posto, per l’avvio delle indagini di routine, seguiti a pochi secondi di distanza dai detective della squadra Mobile che, diretti dal commissario capo Antonio Miglietta, hanno preso la direzione del caso. Sulla scena del crimine, anche gli esperti della polizia scientifica, con in testa il coordinatore Agostino Guarnieri. Saranno proprio i “maghi” del microscopio, a far parlare la scena del crimine, per dare un nome e un volto ai messaggeri di paura e terrore. Il titolare dell’esercizio commerciale, ascoltato dagli inquirenti, al pari del suoi dipendenti e collaboratori, non ha saputo dare una spiegazione logica al gesto. I detective della Mobile, hanno, perรฒ, pochi dubbi, sulla natura estorsiva dell’intimidazione. La “bacinella” del clan va riempita e non c’รจ, nella lgica delinquenziale, crisi economica che tenga. La regola รจ ferrea. Tutti devono pagare, non esitono sconti, non esitono agevolazioni, non esistono scuse, non sono ammessi ritardi nel mettersi a posto con Il “fisco” dell’Antistato. Chi non paga o si ribella, rischia. Gli imprenditori vessati, perรฒ, preferiscono pagare e non avere problemi. La “tassa” sulla tranquillitร costa. Costa tensione e paura e costa anche il silenzio. Sono tanti, infatti, gli imprenditori, sia essi piccoli o grandi, che poreferiscono versare il loro “contributo” all’Antistato e tenere la bocca chiusa. Se non si cambierร registro, se non si troverร il coraggio di dire basta, se si continuerร a far finta di niente, seppellendosi la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, o voltando lo sguardo altrove, facendo finta di non vedere, non si risolverร mail il problema. La forza dell’Antistato, poggia la sua soliditร , non solo e non tanto, sulla capacitร organizzativa e militare dei clan, o sulla famelica sete di potere e soldi delle cosche, ma sul silenzio della societร civile, quella che dovrebbe svegliarsi e dire basta. Le forze dell’ordine, i magistrati dell’Antimafia, i pm della procura ordinaria, il prefetto, lo dicono sempre: denunciate. Si, perchรจ, gli uomini dell’stato se dovessero perdere il silenzio delle vittim (il loro unico alleato, ndr) dimostrerebbero la loro vera natura: quella di gente senza attributi e senza dignitร . Come quegli uomini insisgnificanti e frustrati che, per sentirsi “machi” devono alzare le mani sulle donne, perchรจ altrimenti non saprebbero cosa fare e dire.



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