Archivio Storico News
Cliniche private a Cosenza, la CGIL denuncia: ”Dipendenti minacciati e senza stipendio”
Alcuni lavoratori avanzano un anno di stipendi, ma la dirigenza ricatta di non pagare neanche le prossime mensilità qualora dovessero protestare.
COSENZA – Situazione drammatica per i dipendenti di diverse cliniche private del cosentino. Solo nelle strutture di proprietà de iGreco e in poche altre realta’ i diritti sarebbero tutelati. A denunciare le vessazioni a cui sono costretti a sottostare il resto dei lavoratori cosentini della sanità privata, è stata ieri mattina la CGIL insieme al sindacato USB in un incontro con la stampa presso la Camera del Lavoro di Cosenza. Il sindacato ha portato alla luce una realtà in cui non c’è nessuna certezza di essere retribuiti a fine mese vivendo nel continuo timore di perdere il posto di lavoro. Le situazioni più precarie pare si registrino, a detta dei sindacati, nelle strutture di proprietà della famiglia Morrone, in particolare la clinica Misasi. Ma soprattutto a Villa Silvio, Villa Toscano e Villa Santo Stefano degli imprenditori Poggi e Parente dove i dipendenti lamentano il mancato pagamento di ben quattordici mensilità.
“I contratti di prossimità adottati nelle cliniche dei Morrone – afferma Alfredo Iorio della CGIL – sono stati applicati con ricatti e minacce di licenziamento. Mentre Poggi e Parente minacciano di non pagare gli stipendi del 2015 se qualcuno dovesse ‘permettersi’ di chiedere la liquidazione degli arretrati. Gli imprenditori continuano a ripetere di aver subito dei tagli notevoli e che i finanziamenti pubblici arrivano sempre più in ritardo, però non ci lasciano consultare i bilanci. Spesso abbiamo verificato che ciò che viene incassato dalle struttura sanitarie private di Cosenza viene trasferito in banche svizzere mentre i dipendenti vengono puntualmente minacciati se si ribellano chiedendo il proprio salario. Non se ne può più. Rivendichiamo il rispetto delle regole. L’ASP di Cosenza non esercita i controlli sulle attività delle cliniche convenzionate perché non ha personale. E l’imprenditoria fa business spadroneggiando ed ignorando le regole più basilari”.
“Siamo stati umiliati e sbattuti fuori dai tavoli di trattativa – tuona Giovanna Paola Nucci dell’USB – solo perchè non accettavamo soprusi. Il Prefetto dopo sei incontri non ha stilato neanche una relazione. Per anni i grandi imprenditori della sanità cosentina hanno ‘scialato’ alle spalle dei contribuenti e dei pazienti e ora che devono mettere mano alle proprie tasche fanno pagare tutto a fisioterapisti, OSS ed infermieri. In più i lavoratori per garantire sempre più utili ai loro titolari sono costretti a fornire prestazioni che vanno oltre a quelle pianificate in quanto le cliniche accettano più pazienti di quanto previsto dalla convenzione per guadagnare di più utilizzando sempre lo stesso numero di dipendenti”. Un vero e proprio grido d’allarme. Una denuncia pubblica in cui vengono puntati i riflettori su chi per anni ha utilizzato la sanità per ottenere consenso politico in cambio di lavoro e salute. Paradossalmente oggi sono gli stessi lavoratori che hanno contribuito ad aumentare il bacino dei voti dei politici vicini ai propri titolari a pagarne le conseguenze.



Social