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Elezioni Cosenza, Sgarbi querela il Pd per la questione dei ‘gioielli di famiglia’

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Elezioni Cosenza, Sgarbi querela il Pd per la questione dei ‘gioielli di famiglia’

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Il critico d’arte replica all’esponente del Partito democratico Gabriele Petrone: “Verifichi e studi per meritare di essere chiamato professore”.

 

COSENZA – Non sarà un ‘gioiello di famiglia’, ma Vittorio Sgarbi le vicende cosentine le segue eccome. Ieri, Gabriele Petrone (candidato nella lista del Pd alle amministrative di giugno) aveva espresso, attraverso una nota stampa, tutta la sua contrarietà alla decisione dell’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto di assegnare, in caso di successo alle prossime elezioni amministrative, un assessorato alla Cultura al critico d’arte (leggi qui l’articolo). “Evidentemente – dichiarava Petrone – Mario Occhiuto ritiene che i cosentini abbiamo l’anello al naso e si lascino abbindolare da annunci ad effetto o che non conoscano la storia politica ed amministrativa di Vittorio Sgarbi che da anni percorre in lungo e in largo lo Stivale come candidato ed amministratore di comuni i cui cittadini, da San Severino Marche a Salemi (dove l’amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose) sono ancora traumatizzati per i disastri da lui prodotti”.
 

Un affondo che non è affatto andato giù allo stesso Sgarbi che attraverso una nuova nota annuncia un’azione giudiziaria contro Petrone (l’avvocato Giampaolo Cicconi depositerà la querela già domattina).
 

La replica di Sgarbi

“Non conosco le competenze del ‘Dottore di ricerca in modelli di formazione’ (astruso corso di una università in declino) Gabriele Petrone, ma mi pare evidente che non ha inclinazione a documentarsi e preferisce parlare per sentito dire con affermazioni, peraltro, gravemente diffamatorie, come risulterà davanti a un giudice cui sarà chiamato a risponderne.
Naturalmente può esprimersi sulla proposta di Mario Occhiuto di avermi come assessore alla Cultura di Cosenza, avendo io svolto questa funzione, per esempio, con documentati risultati, a Milano. Ma non può dire che sono stato ‘amministratore di comuni i cui cittadini (a Salemi dove l’amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni mafiose) sono ancora traumatizzati per i disastri da lui prodotti’.
È vero esattamente il contrario. San Severino ha guadagnato la dimensione di una città d’arte. Salemi ha promosso iniziative e musei che sono ancora ragioni di attrazione per quella città.
Quanto allo scioglimento di Salemi, devo ricordare che, come risulta agli atti e come dichiarò pubblicamente il Questore in carica, è stato fatto, comunque, anche a mia tutela, dopo le numerose denunce (mie) e minacce subite per la battaglia condotta contro gli impianti eolici (gestiti dalla mafia) da me denunciati anche in Calabria, nell’indifferenza di molti, anche dello stesso Petrone. Per informazioni del quale aggiungo che io, comunque, d’intesa con il ministro dell’epoca Cancellieri, mi sono dimesso prima dello scioglimento, avendo verificato come fosse fondato su ipotesi investigative completamente infondate da parte di una certa antimafia che, per perpetuare se stessa, si inventa la mafia anche là dove non c’è. E non a caso mai alcun esponente della mia giunta è risultato anche solo indagato per lo scioglimento. Verifichi e studi, dunque, il Petrone, per meritare di essere chiamato professore”.

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