Calabria
Magorno resta alla guida del Pd Calabrese, Ambrogio: “Si continua ad avere volutamente i paraocchi” (AUDIO)
Magorno resta in sella e non si schioda anzi, attacca chi chiede la sua ‘testa’ dicendo: “Non accetto lezioni di moralità e democrazia da nessuno. Non scendo dal carro e continuo a trainarlo”.
COSENZA – “Il voto di giugno ci richiama ad una grande assunzione di responsabilità”… e fin qui Magorno non ha tutti i torti, ma nel suo concetto di responsabilità è esclusa l’ipotesi delle dimissioni richieste da più parti, interne al partito stesso. E a quel messaggio rivolto a chi invocava le sue dimissioni, il segretario del Pd Calabrese, Ernesto Magorno risponde con un consiglio: “di lavorare nel partito e diventare maggioranza come ho fatto io”.
Secondo Magorno infatti, e dunque anche chi lo blinda, ovvero Oliverio e Minniti “il partito non ha bisogno di nessuna resa di conti, ma di più partito, attraverso un confronto continuo e costante con la gente. Dobbiamo aprire il nostro partito, il Pd deve dare a tutti la possibilità di diventare classe dirigente.”
Marco Ambrogio del Pd Cosentino, però, crede ancora nella necessità di un cambiamento, di una svolta al vertice: “Siamo contenti che dopo la riunione di autoconvocazione che abbiamo avuto mercoledì scorso a Lamezia qualcosa si è mosso. Dopo due rinvii, infatti, pensavamo ci fosse anche il terzo, ma i vertici di partito si sono sentiti quasi costretti a riunirsi sabato”. “Sono stati degli interventi autorevoli che hanno fatto sì che, non si parlasse sempre di aria fritta, ma dei problemi seri del partito“.
Marco Ambrogio ha commentato l’esito della direzione del partito di sabato scorso a Lamezia ai microfoni di Rlb Radioattiva
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“Arturo Bova ha letto il nostro documento – ha spiegato ancora Ambrogio – e ha avuto un grande applauso. Questo, a significare lo stato di malessere che regna nel partito. Ci dispiace che molti continuino ad avere volutamente i paraocchi e dicono che il partito non è così ridotto male e che si aspetta l’esito del Referendum costituzionale di ottobre”. “Se si cambia pagina e lo si fa subito, ottobre può essere una tappa di svolta del partito, ma se si continua su questa scia, ottobre sarà il mese che ricorderemo come il più negativo della storia Partito democratico. Se camminiamo per strada, gli umori non sono favorevoli a ‘questo’ Partito Democratico e a chi lo guida attualmente e lo ha ridotto ai minimi termini”.
E alle dichiarazioni di Magorno rispetto ai cosiddetti ‘dissidenti’, in cui sottolinea la ‘maggioranza’ che lo ha voluto segretario del partito in Calabria, Ambrogio replica: “Intanto c’è da capire se è maggioranza. Se si presenta dimissionario vedremo se l’assemblea lo confermerà. Ma aldilà di questo, credo che le dimissioni di Magorno siano una questione di dignità politica dopo un risultato del genere; un atto dovuto mentre si dimostra l’attaccamento alla poltrona ed è un segnale di debolezza. Avevamo chiesto le dimissioni per dare un segnale di rottura e cambiamento”.



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