Calabria
Baciamano al boss, il procuratore aggiunto di Reggio: “calabresi dicano da che parte stanno”
“Ora mi aspetto, da calabrese, che i calabresi perbene dicano da che parte stanno. Dicano se stanno con noi, che rappresentiamo lo Stato, o con la ‘Ndrangheta, i suoi vergognosi gesti simbolici ed i suoi ridicoli rituali”
SAN LUCA (RC) – Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto a Reggio Calabria (nel riquadro in alto) in merito all’episodio di San Luca in cui un vicino di casa ‘baciava’ le mani del boss della ‘Ndrangheta Giuseppe Giorgi chiede a tutti i calabresi una presa di posizione precisa perchè “Non è più tempo di silenzi omertosi”.
“Quello che è avvenuto a San Luca è intollerabile, inaccettabile. Impone a tutti una riflessione profonda ed una presa di posizione netta. Non basta più che si condannino tali gesti indegni solo in privato, a bassa voce o con evidente imbarazzo. Ora mi aspetto la ferma condanna da parte della gente di San Luca di un baciamano inammissibile per un paese civile. San Luca è chiamata ora a dire con chiarezza da che parte sta. Mi aspetto che tutti i calabresi dicano, pubblicamente e ad alta voce, se stanno con i magistrati ed i Carabinieri, ai quali va il mio grazie per lo straordinario risultato raggiunto, o con la ‘Ndrangheta. È questo il momento di riacquistare dignità agli occhi del mondo. Chi sta con noi non può stare con loro. E chi sta con loro, mi creda, ha già perso”.
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Il gesto vergognoso è stato definito “ignobile” dal procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho il quale ha sottolineato che non si è trattato «certo né di condivisione né tantomeno di debolezza dello Stato che anzi ha dato una straordinaria dimostrazione di forza».
Più che sul baciamano, il magistrato ha voluto concentrare l’attenzione su un’altra scena, quella dei carabinieri che esultano al rientro in caserma. «I carabinieri che si abbracciano felici come bambini – dice – sono la parte più bella di uno Stato efficiente in grado di catturare un latitante».
«Uomini e donne che non si sono risparmiati, lavorando 24 ore ininterrottamente pur di raggiungere l’obiettivo. E se Giorgi è riuscito ad avvicinare il gruppetto di persone che lo attendeva fuori casa – spiega de Raho – è solo perché i militari si sono trovati ad operare in spazi ristretti ed in una realtà in cui bisogna fare attenzione a tutti coloro che stanno nei paraggi». «conosciamo bene la forza militare della `ndrangheta. L’importante era portare via Giorgi senza problemi ed è quello che è stato fatto».



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