COSENZA – Sarebbe stata dunque Rosa Vespa a mettere in pratica il rapimento della piccola Sofia, fingendo per 9 mesi una gravidanza e traendo in inganno anche il marito, Moses Omogo Chidiebere, vittima del castello di bugie messo in atto dalla moglie. La donna, dopo l’interrogatorio di garanzia, è tornata nel carcere di Castrovillari. Il Gip di Cosenza ha invece disposto la scarcerazione immediata del 43enne che era stato fermato assieme alla moglie con l’accusa di avere sequestrato martedì scorso una neonata nella clinica in cui era stata partorita. “È stato totalmente creduto perché lui stesso ha ritenuto credibile la gravidanza portata avanti dalla moglie – ha detto il legale. Ci sono anche delle foto che ritraggono Moses mentre bacia la pancia della moglie“.
Moses Aqua completamente ignaro
L’interrogatorio di Moses Aqua e il suo racconto al GIP è stato a tratti commovente nella sua drammaticità: l’uomo, completamente sotto shock, è apparso distrutto per quanto accaduto. Era completamente ignaro di cosa avesse fatto la moglie. Ha creduto che Rosa Vespa fosse davvero in attesa, anche perché per un periodo di tempo, durante proprio la finta gravidanza, era lontano da Cosenza per motivi familiari. Si è trovato catapultato in un vortice di menzogne che lo hanno travolto. Avrebbe agito credendo ad ogni parola della moglie sulla gravidanza andando in clinica pensando di portare a casa suo figlio. Alla fine è risultato estraneo ai fatti contestati relativi al rapimento e lo stesso PM Tridico ne ha chiesto subito la scarcerazione riconoscendone l’innocenza. L’uomo, molto provato, si trova ancora nel carcere di Castrovillari e a breve sarà riaccompagnato a casa dal suo avvocato.
Rosa Vespa “rapimento frutto di un evolversi di situazioni pregresse”
Rosa Vespa, davanti al Gip, ha raccontato tutto, scagionando il marito (lo aveva fatto sin dai primi momenti anche all’arrivo dei poliziotti nello loro casa di Castrolibero) assumendosi la completa responsabilità di quanto accaduto. La donna ha detto che il rapimento nella clinica Sacro Cuore è stato il frutto di un evolversi di situazioni pregresse. Ha evidenziato al GIP che non voleva fare del male a nessuno, che non c’era tantomeno l’intenzione di fare del male alla bambina che non è mai stata in pericolo.
“Non cera nulla di programmato”
Soprattutto non c’era nulla di programmato per quanto riguardava il rapimento. Lo evidenzia anche il fatto di aver rapito una bambina invece del maschietto annunciato anche con un messaggio su Facebook. L’avvocato di Rosa Vespa, Teresa Gallucci, ha chiesto al Gip una misura meno afflittiva rispetto al carcere e l’autorizzazione a far entrate nel penitenziario un medico, specializzato anche in psichiatria, che possa assistere la donna. Il GIP si è riservato di decidere sulle richieste del legale, mentre il PM si è opposto solo alla richiesta della misura meno afflittiva.