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Magna Grecia, il rettore: “il nostro ateneo è in ottima salute, non ascoltate le maldicenze”

Calabria

Magna Grecia, il rettore: “il nostro ateneo è in ottima salute, non ascoltate le maldicenze”

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Giovanni Cuda

CATANZARO – “Desidero fornire alcune precisazioni sulla nostra università soprattutto per infondere fiducia ai giovani e rassicurarli sull’ottimo stato di salute del nostro ateneo che è in grado di offrire una didattica moderna, multidisciplinare e di qualità e una ricerca di elevato spessore. Ritengo necessario fare questa precisazione fornendo i dati obiettivi relativi agli ultimi 15 anni di attività, proprio per mettere a tacere le incomprensibili polemiche e le insinuazioni apparse in questi ultimi mesi sugli organi di stampa relative al nostro ateneo che possono confondere i giovani calabresi, favorendo la loro emigrazione per motivi di studio in altre regioni italiane”. Lo afferma, in una nota, il rettore dell’università Magna Graecia di Catanzaro, Giovanni Cuda. “Se ciò accadesse – aggiunge – sarebbe un danno irrimediabile per la nostra regione tale da compromettere definitivamente la crescita economica e sociale della popolazione calabrese.

Cuda: “ecco i dati più rilevanti sul nostro ateneo”

Ecco, dunque, i dati più rilevanti relativi al periodo 2009-2023 sui principali indicatori espressione di qualità e di crescita dell’ateneo di Catanzaro. Siamo passati da 19 corsi di laurea del 2009/2010 a ben 38 nel corrente anno accademico, con un significativo incremento nel numero e nella qualità dell’offerta formativa caratterizzata da una forte multidisciplinarietà. Vale, in questo senso, ricordare l’attivazione di nuovi corsi di studio come Psicologia cognitiva, Psicologia forense e Criminologia, Biotecnologie molecolari per la medicina personalizzata e Scienze biologiche per l’ambiente, che si aggiungono ai corsi di studio più tradizionali che comprendono le scienze giuridiche, storiche, economiche e sociali, l’area ingegneristica (triennale e magistrale) e l’area biomedico-farmacologica.

Il significativo incremento dei corsi di laurea e la varietà dell’offerta formativa hanno determinato una forte crescita delle immatricolazioni, che sono passate da 2.171 del 2010 a ben 3.372 nel corrente anno, con un incremento del 55%. Un risultato straordinario e in controtendenza rispetto al resto del Paese, che ha visto un decremento del numero di iscritti nelle Università. Per quanto riguarda i dottorati di ricerca, siamo passati da quattro corsi di Dottorato con 45 iscritti nell’anno 2009/10 a ben 13 corsi di Dottorato, con un totale di 99 iscritti. Anche in questo caso, il nostro ateneo ha aumentato in modo significativo il numero e la multidisciplinarietà dei corsi, con l’obiettivo alto di preparare i giovani laureati all’inserimento nel mondo del lavoro e, in particolare all’inserimento nel mondo accademico.

I giovani dottori di ricerca, molti dei quali sono calabresi che hanno studiato con noi, saranno infatti i professori di domani che contribuiranno alla crescita della nostra bella Università. Siamo passati da 42 assegni di ricerca nel 2009/2010 a 150 nel corrente anno. Gli assegni di ricerca sono stati prevalentemente conferiti a giovani laureati calabresi per consentire loro il proseguimento dell’attività di ricerca nell’ateneo, indispensabile per la formazione scientifica e la futura carriera accademica. Ne è testimone il significativo numero di nuovi ricercatori assunti nel nostro ateneo, tutti con una brillante attività scientifica. Siamo passati poi da 19 Corsi di specializzazione nel 2009/2010 con 83 iscritti a ben 32 Corsi, con 798 iscritti nel corrente anno. È un risultato eccezionale se si tiene conto delle normative attuali, molto rigorose sulle Scuole di specializzazioni, che è stato possibile raggiungere anche grazie all’intervento illuminato della Regione e, in particolare, del presidente Occhiuto, che hanno dato un contributo notevole all’ampliamento dei posti di specializzazione. Si tratta di un’opportunità molto importante, specie in un momento drammatico come l’attuale che vede una carenza marcata dei medici nel territorio calabrese. La maggior parte degli specializzandi del nostro ateneo sono stati e saranno assunti negli ospedali per tamponare la carenza dei medici e al tempo stesso migliorare l’offerta sanitaria”

“Per quanto riguarda il personale docente – dice ancora il rettore Cuda – siamo passati da 224 professori (74 ordinari, 39 associati, 111 ricercatori nell’anno 2009/2010) a ben 345 professori (86 ordinari, 136 associati, 123 ricercatori) nel corrente anno accademico. Questi numeri testimoniano il grande sforzo fatto dal nostro ateneo per rispondere alle esigenze dei giovani e del territorio, con il forte obiettivo di garantire una formazione adeguata e di qualità. Il dato più clamoroso è la creazione di un’Università calabrese in cui la maggior parte del corpo docente è di origine calabrese che si è formata nel nostro ateneo e vive e lavora in Calabria. Siamo passati poi da 335 pubblicazioni scientifiche nel 2009 a 1.331 nel 2023. Si tratta di un numero enorme di pubblicazioni scientifiche ‘peer-reviewed’ che esprime molto bene la multidisciplinarietà della ricerca nel nostro ateneo e, al contempo, la rilevanza dei progetti scientifici in corso. Ormai in tutto il mondo la qualità delle Università è misurata sulla base delle pubblicazioni prodotte che sono il risultato tangibile dell’attività scientifica della comunità accademica.

La rilevanza dell’attività scientifica della nostra università è testimoniata dalla classifica della ‘Via Academy’ che censisce gli scienziati più prestigiosi che abbiano almeno 30 di H-index. In questa classifica pubblica , la nostra Università è in ottima posizione a livello nazionale e prima tra gli atenei calabresi, con 55 Top italian scientists (Tis). Questo risultato, già clamoroso in sé, diventa ancora più eclatante se il numero dei Tis viene rapportato al numero totale dei docenti dell’ateneo (nel nostro caso, 55/345 pari al 15,9%). Questa proporzione assume una particolare rilevanza nel confronto con altre prestigiose università: si pensi alla Federico II di Napoli, prima tra le Università meridionali per numero di Tis e che ha un rapporto Tis/docenti pari al 5,2%, una proporzione di gran lunga inferiore a quella del nostro ateneo che risulta così la prima Università del Sud”. “Intendo, rivolgere, infine – conclude Cuda – un messaggio ai giovani calabresi: ragazzi non date ascolto alle maldicenze ma guardate ai dati obiettivi. Solo così riuscirete ad avere un’opinione corretta sull’Università Magna Graecia di Catanzaro che vi permetterà di studiare con fiducia nella nostra regione acquisendo una formazione moderna, innovativa e di qualità, unica possibilità per avere successo nella vita”.

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