Calabria
Maxi operazione contro la ‘ndrangheta: coinvolti medici, politici e professionisti
VIBO VALENTIA – L’operazione dei carabinieri è coordinata dalla Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri e sta interessando tutto il territorio nazionale. Sono 61 i provvedimenti di fermo in corso d’esecuzione da parte di oltre 500 militari.
Il blitz denominato “Maestrale Carthago” vede indagate complessivamente 167 persone tra cui l’ex presidente della provincia di Vibo ed ex sindaco di Briatico, Andrea Niglia per una presunta truffa aggravata dal metodo mafioso, l’ex direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asp vibonese, Cesare Pasqua, il dirigente del Servizio veterinario dell’Asp Francesco Massara, il responsabile del Servizio di sorveglianza sanitaria dell’Asp di Vibo e medico legale Alfonso Luciano. Tra i soggetti indagati anche quattro ex assessori del Comune di Mileto.
Le cosche condizionavano i dirigenti medici dell’Asp vibonese
Secondo le indagini alcuni elementi delle cosche di ‘ndrangheta del Vibonese avrebbero condizionato e indirizzato le scelte di alcuni dirigenti medici dell’Asp di Vibo Valentia, anche attraverso accordi corruttivi, facendo valere il peso “contrattuale” ed elettorale della cosca di appartenenza.
Indagato il dottor Pasqua
In particolare sarebbe emerso l’interesse della Locale di Mileto e della famiglia Fiaré di San Gregorio d’Ippona nella gestione del servizio di vettovagliamento per gli ospedali di Vibo Valentia, Serra San Bruno e Tropea. In questa vicenda è indagato in stato di libertà Cesare Pasqua, ex direttore del dipartimento di prevenzione di Vibo, ex consigliere comunale e candidato sindaco del capoluogo di provincia, accusato, pur “non essendo stabilmente inserito nel sodalizio criminale”, di aver fornito un contributo concreto, specifico, e consapevole alla cosca, “quale medico ufficiale di riferimento dell’organizzazione criminale nell’Asp di Vibo”.
In particolare, è l’accusa, si sarebbe “messo a disposizione delle Locali di ‘ndrangheta di Limbadi e San Gregorio d’Ippona”, consentendo alla criminalità organizzata “di infiltrarsi negli affari di proprio interesse, intervenendo in favore del sodalizio in occasione di problematiche burocratiche sorte nell’ambito di procedure amministrative di competenza dell’Asp, ovvero di controlli e/o sequestri amministrativi posti in essere nei confronti di imprese di interesse delle cosche”. In tal modo, secondo la Dda, Pasqua avrebbe favorito il sodalizio “anche con riferimento allo specifico settore della gestione del ristoro ospedaliero per i nosocomi di Vibo Valentia, Tropea e Serra San Bruno”.
In cambio Pasqua avrebbe ottenuto “protezione mafiosa per la risoluzione di problemi e, in occasione di competizioni elettorali che vedevano candidato il figlio Vincenzo, l’appoggio elettorale, in favore di questi, delle cosche di ‘ndrangheta da lui agevolate”.
IAd un altro dirigente medico dell’Azienda ospedaliera, il medico legale Alfonso Luciano – indagato in stato di libertà – in qualità di dirigente sanitario della Casa circondariale di Vibo nonché direttore dell’Ufficio protezione e prevenzione aziendale dell’Asp, e in passato direttore sanitario della stessa Azienda, viene contestato il presunto rilascio di perizie compiacenti in favore di affiliati detenuti. Inoltre avrebbe rivelato notizie riservate su indagini in corso ed imminenti arresti, acquisite grazie alle sue entrature nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine, ottenendo in cambio beni, somme di denaro, protezione da richieste estorsive, nonché appoggio elettorale “come nel caso delle elezioni del 2004, allorché cercava il sostegno della cosca Bonavota”. Ad un terzo sanitario del Dipartimento di Veterinaria, è stata contestata l’ipotesi di violenza privata aggravata dal metodo mafioso, per essersi rivolto ad un capo locale con la finalità di far desistere un collega dal presentare una denuncia nei suoi confronti.



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