Area Urbana
Riapre la stagione venatoria, ma chi controlla i cacciatori che “uccidono per sport”? (AUDIO)
La prima domenica (ieri) è andata e sono volati i primi colpi di fucile contro gli indifesi animali vittime di uno ‘sport’ che ‘uccide’. L’11 settembre prossimo, la seconda giornata di preapertura della caccia in Calabria per determinate specie… poi inizierà la ‘strage’
RENDE (CS) – In questa prima ‘tranche’ la caccia è aperta a specie quali tortora, colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia e gazza. Dal 18 settembre, il calendario venatorio inizia ufficialmente per tutte le specie, dai volatili alle lepri, così come le volpi. E la Lipu (ma non solo) lancia l’allarme sulle ‘stragi‘ in molte regioni tra cui la Calabria, dove la situazione di carenza gestionale e di controlli genera non solo il caos, ma anche ingenti danni al patrimonio ambientale e faunistico.
Sono gravi le carenze sui piani faunistici venatori delle Regioni perlopiù vecchi, prorogati o addirittura inesistenti, che genera un ‘sistema caccia’ totalmente illegittimo, privo delle condizioni di base per la sua sostenibilità.
Tutto ciò nella totale assenza di controlli sul territorio che in Calabria sono ancora più evidenti. La riforma delle Province inoltre ha indebolito il ruolo delle forze di polizia, e pertanto poco o nulla può fare la Polizia Provinciale così come il Corpo Forestale dello Stato. In Calabria infatti, fino a ieri, era proprio la Polizia provinciale, l’istituzione dedicata al contrasto del bracconaggio e di controllo sull’attività venatoria. Oggi invece, questo ruolo è relegato solo a guardie volontarie o ad associazioni ambientaliste.
Roberto Santopaolo, Delegato della Lipu di Rende, ai microfoni di Rlb Radioattiva, ha sottolineato non solo questo aspetto, ovvero l’assenza di controlli in materia, ma anche le ‘libertà’ che hanno i cacciatori ad esempio, di poter entrare nelle proprietà private se stanno semplicemente seguendo una ‘preda’
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Una allodola
Finora non sono serviti appelli, lettere e iniziative ma anche mozioni e interrogazioni in seno al consiglio regionale, finalizzate tutte alla stipula di una convenzione per dare mandato preciso alla vigilanza da parte delle polizie provinciali. E allora chi vigilerà sul ‘corretto esercizio’ della caccia? Intanto che qualcuno decida di occuparsene, sarà ancora una volta strage per alcuni esemplari come la tortora selvatica, una specie in netto declino così come per l’allodola, cacciabile in apertura della stagione dal 18 settembre, per la quale è stata anche attivata una campagna che ne chiede il divieto di caccia.
Andando oltre lo sconcerto di non riuscire a capire come sia possibile ancora nel 2016 che ci sia qualcuno che definisca ‘sport’ l’uccisione senza motivo di specie volatili semplicemente per divertimento, si registra ancora una volta una confusione gestionale che non farà altro che danneggiare il patrimonio faunistico e ambientale italiano. Spiace soprattutto constatare come la Regione Calabria, lasci “sguazzare nell’illegalità” chi compie questa pratica che mette in pericolo il patrimonio di biodiversità che anzichè essere difeso, viene preso a colpi di fucile… per sport.



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