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L’Europa? O si riforma o muore

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L’Europa? O si riforma o muore

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Parlamento Europeo

Il senatore di Idv ha partecipato a un incontro istituzionale a Bruxelles per discutere del futuro finanziario dell’Ue.

COSENZA – Bilancio positivo  dell’ex senatore di M5S passato in Idv, Francesco Molinari, reduce dalla importante missione di una delegazione di parlamentari italiani a Bruxelles. Molinari ha raggiunto la sede del Parlamento Europeo, in rappresentanza della Commissioni finanze e tesoro, assieme al senatore e presidente della Commissione bilancio Giorgio Tonini,  al senatore Paolo Guerrieri Paoletti ed altri sei tra deputati e funzionari.

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Francesco Molinari

Una serie di appuntamenti ha scandito il programma della due giorni in cui non sono mancati incontri politico- istituzionali ai massimi livelli ed in cui si è discusso di “risorse proprie”. L’obiettivo è stato dare vita ad una conferenza interistituzionale con i rappresentanti dei Parlamenti nazionali, sul futuro finanziario dell’Unione Europea.

 

“Questo momento storico – ha commentato il senatore Molinari – è delicato e pericoloso perché regna in vasti settori, anche istituzionali, l’incertezza sul futuro dell’Unione Europea che, per salvarsi, non può far altro che sperare di riformare se stessa, come vado ripetendo sin dal mio primo intervento in Senato nel 2013”. “Continuare a rimanere in attesa – dice ancora il senatore – non potrà che rafforzare i nazionalismi, un rischio che si riteneva scampato ed invece,  ancora dietro l’angolo. Un pericolo in attesa di approfittare della grave crisi economica che sta vivendo l’Europa costretta a fare i conti, non solo con problematiche di natura finanziaria , ma anche con l’emergenza immigrati”.

 

“Ciò che preoccupa – sottolinea Molinari- è, in particolare,  la difficoltà riscontrata nell’individuare soluzioni immediate. Da qui l’importanza del confronto generato dalla due giorni a Bruxelles,  che rappresenta solo un primo passo. Tuttavia, incontri come questi servono anche a ribadire che il principio di sussidiarietà (non tutto deve essere rimesso alle decisioni europee, ma solo ciò che non è possibile risolvere a livello nazionale) può e deve convivere con una maggiore capacità  dell’Europa di intervenire in caso di  problemi a cui i singoli Stati non possono dare risposte”.

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