In Evidenza
Droga consegnata a domicilio ‘su ordinazione’, emesse 12 misure cautelari nel Cosentino. (GLI ARRESTATI)
Consegnavano la droga, hashish, marijuana e cocaina a domicilio. Bastava fare una telefonata, come se fosse una pizza.
CASTROVILLARI (CS) – I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno eseguito nella notte 12 ordinanze cautelari (in carcere, ai domiciliari e provvedimenti di obbligo di firma) nei confronti di un gruppo di soggetti, presunti appartenenti ad una banda dedita allo spaccio di droga, in particolare cocaina, hascisc e marijuana. Tra gli indagati anche 4 donne e due coppie imparentate tra loro.
Le indagini, condotte dalla Compagnia carabinieri di Castrovillari, si sono sviluppate tra la fine dello scorso anno e i primi mesi del 2016 ed hanno consentito di individuare il gruppo di persone che, secondo le indagini, aveva praticamente monopolizzato l’attività di spaccio nella cittadina. Nel corso delle indagini sono stati documentati numerosi episodi di cessione di droga, quasi totalmente di cocaina, ma anche di hascisc e marijuana.
Gli indagati sono in parte riconducibili alla famiglia degli zingari di Cosenza. Uno dei particolari dell’inchiesta è che la droga veniva consegnata a domicilio, come se il ‘fruitore’ ordinasse una pizza. Bastava telefonare e ordinare, ovviamente celando la richiesta di droga attraverso l’uso di termini criptici, in codice, come “telefonino“. Se la qualità della cocaina ad esempio, non era buona, il cliente si lamentava dicendo che “il telefonino non funzionava”.
Le ordinanze eseguite dagli uomini dell’Arma sono state emesse dal Gip di Castrovillari Letizia Benigno su richiesta del Pm della Procura della Repubblica di Castrovillari Valentina Draetta e del Procuratore capo Eugenio Facciolla.
Gli arrestati sono:
Gianni Bevilacqua, 37 anni; Fabio Bevilacqua, 25 anni, e Rocco Madio, 37 anni, finiti in carcere.
Ai domiciliari sono finiti invece:
Katiuscia Arena, 31 anni; Monica Madio, 35 anni; Luisa Bevilacqua, 32 anni, e Caterina Pugliese, 41 anni.
Disposti anche 5 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. I Carabinieri hanno effettuato centinaia di intercettazioni. Dall’ascolto delle registrazioni effettuate, oltre a nomi fantasiosi per indicare la cocaina, come “telefono” o “pomodoro”, i militari hanno anche scoperto di essere chiamati “bagnaletti” dagli spacciatori.
La droga, soprattutto cocaina, come è stato riferito nel corso di una conferenza stampa, era acquistata prevalentemente sulla piazza cosentina, da referenti delle cosche locali. Lo stupefacente veniva poi smerciato soprattutto nell’area urbana di Castrovillari. Acquistarla era semplicissimo: bastava una telefonata per effettuare l’ordine, che veniva subito evaso oppure chi rispondeva indicava a chi ci si doveva rivolgere, sempre nell’ambito della stessa cerchia familiare.
“E’ il terzo intervento di questo genere che portiamo a termine in due settimane insieme ai Carabinieri – ha sottolineato Eugenio Facciolla, procuratore capo di Castrovillari – e stavolta l’indagine è nata quasi per caso, dopo l’incendio di alcune autovetture”




Social