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(VIDEO) – 26 arresti nel Reggino nell’operazione “Sansone”. Nel mirino i fiancheggiatori del latitante Condello

Calabria

(VIDEO) – 26 arresti nel Reggino nell’operazione “Sansone”. Nel mirino i fiancheggiatori del latitante Condello

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Operazione Sanasone1

Il blitz è scattato dalle prime ora di questa mattina da parte del personale del Ros e del Comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, con l’ausilio del personale dello Squadrone eliportato cacciatori “Calabria” e dell’8° Nucleo elicotteri carabinieri di Vibo Valentia

 

REGGIO CALABRIA – Ventisei provvedimenti di fermo sono in corso d’esecuzione nella provincia di Reggio Calabria su richiesta della locale Dda a carico di altrettante persone gravemente indiziate di partecipazione “all’associazione mafiosa unitaria denominata ‘ndrangheta” ed altri gravi delitti.

L’indagine dei arresto condellocarabinieri ha permesso di ricostruire la rete dei fiancheggiatori del capomafia Domenico Condello, arrestato nel 2012 dopo oltre 20 anni di latitanza, nonché gli assetti di varie cosche operanti a Reggio Calabria e zone limitrofe che esercitavano in quei territorio un asfissiante pressione estorsiva.

Le indagini sarebbero iniziate nell’ambito della ricerca del latitante Condello, ma è poi proseguita sulle articolazioni territoriali dei clan, legati alla cosca Condello, che operano su Villa San Giovanni e che avevano messo gli occhi anche sul potenziale ‘progetto’ del Ponte sullo Stretto di Messina.

Il procuratore capo della Dda di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Rahoha specificato che delle 26 persone, 23 in carcere e 3 ai domiciliari affiliati alla cosca Condello. “Si tratta nello specifico degli Zito-Bertuca – ha affermato il procuratore Cafiero De Raho– che in accordo con la potente famiglia dei Condello, si erano fatti notare per un’attivita’ estorsiva a tappeto”.

 

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Il monopolio e le attività estorsive a Villa San Giovanni

Gli Zito – Bertuca hanno continuato a imporsi su Villa San Giovanni anche a seguito delle operazioni che decimarono il cland Condello, con arresti e condann. Le due famiglie mafiose da Fiumara si erano estese fino a Villa San Giovanni condizionando l’intero tessuto imprenditoriale addirittura in previsione della realizzazione del Ponte sullo Stretto, e dunque i potenziali catieri e i tanti soldi che avrebbero girato attorno alla grande opera. Le vittime erano imprenditori e costruttori del litorale tirrenico reggino soggetti a richieste estorsive, ed in caso di ‘opposizione’ ad intimidazioni anche gravi: incendi, pestaggi, esplosioni… Ad esempio la società Mts, di Messina, che a Villa San Giovanni gestisce lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, si era assoggettata ai clan così come le ditte di manutenzione straordinaria della sede della Direzione Marittima Calabria-Lucania e della Capitaneria di Porto…

A decidere tutto il boss Pasquale Bertuca, in carcere da tempo ma con un ruolo dirigenziale fuori dalle sbarre aiutato all’esterno dal nipote Vincenzo Sottilaro. L’uomo, contabile di famiglia, è stato fermato a Reggio Calabria insieme alla madre, Felicia Bertuca, sorella del boss. Tra le persone arrestate ci sono Andrea Vazzana, uomo di fiducia del boss Pasquale Condello detto “il Supremo”, Santo Buda, Alfio Liotta, Vincenzo Bertuca e Domenico Zito. Tre persone sono finite ai domiciliari, ma nell’inchiesta sarebbero indagate almeno altre 40 persone.

Le indagini dunque, hanno consentito di fare luce su 20 episodi estorsivi ai danni di imprenditori messe in atto, secondo quanto é emerso dalle indagini, dalle cosche di ‘ndrangheta dei Zito-Bertuca e dei Condello-Buda-Imerti, che si sarebbero accordate per la spartizione dei proventi derivanti dall’attività criminale. Le estorsioni hanno riguardato un ampio comprensorio della provincia di Reggio Calabria, ed in particolare le zone di Villa San Giovanni e Fiumara di Muro. Il quadro che emerge, a detta degli investigatori, é quello di una forte pressione estorsiva e di un controllo criminale esercitato congiuntamente da più cosche in modo capillare. I lavori pubblici svolti dalle imprese di costruzione vittime delle estorsioni sono stati, in particolare, quelli legati al cosiddetto “Decreto Reggio” ed ai proventi miliardari che ne derivarono nel corso degli anni.

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