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Anche i preti hanno il galateo, purtroppo non è il Vangelo

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Anche i preti hanno il galateo, purtroppo non è il Vangelo

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Succedono cose che, come “utente” della notizia apprendi con disattenzione, tante te ne propinano quotidianamente ed altre che invece ti fanno restare di stucco anche sentendole di “sfuggita”.

Ora, io non so da dove nasce l’esigenza reale se, da quella dichiarata: “Un vademecum, che con ironia mette in rilievo la trascuratezza e la sciatteria di certi sacerdoti” o solo la voglia di un momento di gloria. Sta di fatto che viene pubblicato il «Galateo per i preti e le loro comunità», scritto da don Michele Garini, vicario parrocchiale ad Asola. Nel testo viene ridefinito il “ruolo e comportamenti dei preti in un mondo nel quale al vecchio “status” sacerdotale di cura delle anime si è affiancato sempre più il rapporto con la “mondanità”. Come essere, insomma, punto di riferimento oggi per comunità molto diverse da quelle del passato”. Pensate che la molla che ha fatto scattare l’idea a don Garini, non sono state le chiese vuote, i consigli affari economici e pastorali che non vengono fatti, il folklore che ormai la fa da padrone in moltissime parrocchie, l’accoglienza che manca ma: “le critiche al suo abbigliamento informale, come infradito e braghe corte d’estate”. Queste le risposte del sacerdote scrittore alle critiche: “le mie riflessioni sono uno stimolo a mettersi in gioco, io per primo, per vivere con buon senso ed equilibrio nel mondo di oggi. Dai modi con cui parliamo, abitiamo la casa, usiamo il nostro denaro, frequentiamo i locali pubblici, mangiamo e ci vestiamo può dipendere nel bene e nel male molto della pastorale”. Fermo restante il fatto, aggiungiamo noi che dall’altare, si predica l’attualità del Vangelo di Cristo.

 

Nel vademecum si parla dell’abito: “i sacerdoti scelgono gli abiti all’interno di una gamma cromatica molto limitata: nero, grigio, blu azzurro chiaro. Non dovrebbe essere difficile azzeccare gli abbinamenti. Invece si vedono accostamenti improbabili, capi consunti o completamente fuori moda, taglie sbagliate”. E poi tonache alla moda, tovaglie dell’altare “coordinate”, modo di mangiare e di spendere i soldi. Il sacerdote “moderno”, dimenticavo di dirvi che il suo vescovo ne ha condiviso il testo ed i contenuti, definisce Facebook. “una perdita di tempo”. Non so cosa ne pensano i missionari, le suore di Calcutta, quei sacerdoti e, per fortuna sono tanti, che non investono i soldi in scarpe di marche o magari in vestiario firmato solo perché, banalmente, vivono quotidianamente al fianco di malati, gente che non ha nulla da mangiare, bambini denutriti e con l’aids. Chissà cosa pensano quele famiglie che devono rivolgersi quotidianamente alla Caritas per magiare ed al banco alimentare per un litro di latte per il figlio. Ma sono veramente questi i problemi della chiesa? Il comportamento dei sacerdoti da sempre è scritto nel Vangelo il problema è che da sempre ci sono sacerdoti che derogano e Vescovi accondiscendenti, incapaci di richiamarli ad un comportamento consono all’abito che purtroppo non “indossano”. Bhe ci sono tanti preti che osservano il galateo di don Garini, da sotto la tonaca, sull’altare, predicano povertà e spuntano scarpe da 300 euro, meno male che la maggior parte predica semplicemente quello che vive.

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