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Lamezia: riciclaggio e false sponsorizzazioni sportive, 43 indagati
CATANZARO – Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro ha eseguito un’operazione in materia di riciclaggio e false sponsorizzazioni sportive.
I falsi sponsor da un lato sborsavano ingenti somme di denaro a titolo proprio di “sponsorizzazioni”, ma le loro spese rientravano grazie al netto di una trattenuta che il presidente dell’associazione sportiva lametina, un uomo di 53 anni, teneva per se. Nell’organizzazione ognuno aveva un vantaggio: gli sponsor con i falsi esborsi facevano figurare fittiziamente costi, per abbattere gli utili e quindi evadevano le tasse da versare allo Stato; l’Associazione sportiva creava invece, cospicue riserve di liquidità in nero che divideva poi con gli stessi sponsor. Un sistema di doppie fatture realizzato dal 2006 al 2009 dall’associazione sportiva Promo Sport Calcio di Lamezia Terme per consentire l’evasione fiscale a numerosi imprenditori che sponsorizzavano la squadra, che disputa campionati dilettantistici in Calabria.
La Guardia di finanza di Catanzaro ha sequestrato beni per 400 mila euro a 43 imprenditori in Calabria, Sicilia, Toscana e Campania. Nell’inchiesta le persone indagate sono complessivamente 79, ma solo 43 sono i destinatari del provvedimento di sequestro dei beni. L’inchiesta riguarda la compagine societaria dell’As Promo Sport Calcio di Lamezia Terme negli anni 2006-2009, mentre l’attuale società è completamente estranea alla vicenda. Tra gli indagati c’è l’ex presidente Salvatore Nigro, di 53 anni. Tutto ha avuto inizio nel 2006, quando la Banca D’Italia ha segnalato alla Guardia di finanza dei movimenti sospetti sul conto corrente della società sportiva. I finanzieri hanno quindi avviato le indagini ed hanno scoperto un giro di false fatture per le sponsorizzazioni.
In particolare, la Promo Sport Calcio riceveva con bonifici ed assegni da società e imprenditori una somma di denaro per la sponsorizzazione ed emetteva una fattura di pari importo. Successivamente restituiva all’imprenditore una parte della somma ed emetteva una nuova fattura con l’importo effettivamente avuto sul quale pagava l’Iva. Il giro di fatture false permetteva agli sponsor di poter detrarre dalle tasse le somme fatturate dalla Promo sport. Nei quattro anni presi in esame dalla Guardia di finanza sono stati accertati un giro di fatture false per 3 milioni e 300 mila euro. Durante una perquisizione nella sede dell’ex presidente della società i finanzieri hanno trovato anche un ‘libro mastro’ sul quale erano state annotate le fatture emesse, le somme effettivamente percepite e quelle restituite agli sponsor. Le sponsorizzazioni venivano fatte da società ed imprenditori di diversi settori, dal commercio all’edilizia.
“Quello che è stato scoperto – ha detto il Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Domenico Prestinenzi – era un meccanismo abbastanza semplice che consentiva di abbattere i costi con l’evasione fiscale. Il provvedimento di sequestro dei beni ora ci consente di aggredire direttamente l’oggetto dell’evasione fiscale, evitando così escamotage”. Il comandante provinciale della guardia di finanza di Catanzaro, generale Antonio De Nisi, ha evidenziato che “il sequestro effettuato va a risarcire il danno subito dall’erario. Di fondamentale importanza è stata la segnalazione fatta dalla Banca d’Italia che ha attivato i controlli”. Il comandante del nucleo di polizia tributaria, col. Mario Palumbo, ha affermato che “ora si procederà ad accertamenti fiscali nei confronti di coloro che hanno sponsorizzato la società sportiva per verificare l’utilizzo di altre fatture false”.



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