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Incendiata l’auto ad un agente della penitenziaria
LAMEZIA TERME – L’automobile di un assistente capo della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Catanzaro è stata danneggiata, a Lamezia Terme, da un incendio.
Sul rogo sono in corso accertamenti ma pare che l’ipotesi più accreditata è che si tratti di un incendio di natura dolosa. In merito alla vicenda è intervenuto Gennarino De Fazio, segretario nazionale della Uilpa Penitenziari convinto che il rogo sia legato all’attività che l’agente svolge nelle sezioni detentive”. Ed in questo contesto De Fazio sottolinea le difficoltà della Polizia penitenziaria che sono generalizzate nel Paese, ma che in Calabria ed a Catanzaro toccano punte estreme: “Proprio a Catanzaro, peraltro – ha proseguito – è stato di recente messo in funzione un nuovo padiglione detentivo che a regime ospiterà oltre 300 detenuti (allo stato ve ne sono 210) per un totale attuale di circa 700 presenze. Tutto questo con rinforzi organici davvero esigui e, peraltro, ottenuti solo grazie a continue interlocuzioni con il capo reggente dell’Amministrazione penitenziaria Luigi Pagano. Mentre, dal lato opposto, abbiamo dovuto registrare quasi una resistenza del provveditore regionale in missione Salvatore Acerra, che ha anche depotenziato i provvedimenti assunti dagli uffici di vertice. In tale quadro appare necessario che l’Amministrazione assuma una decisione chiara e definitiva anche rispetto alle sorti dell’edificio che ospitava la Casa circondariale di Lamezia Terme ormai dismessa. Si chiarisca se sussiste ancora l’ipotesi di trasferirvi il provveditorato regionale, sempreché la riforma della giustizia continui a prevederne ancora uno in Calabria, o si ceda la struttura al demanio e si recuperino le risorse umane, strumentali ed economiche ancora impiegate per presidiarla”. “In ogni caso – ha concluso De Fazio – adesso è il momento di stringersi intorno alla vittima della grave intimidazione, a cui va la solidarietà della Uilpa Penitenziari e mia personale, in attesa che la magistratura e le forze dell’ordine, tra cui anche lo stesso Nucleo investigativo speciale della Polizia penitenziaria, facciano piena luce sull’accaduto”.



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