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Muore al Sant’Anna dopo tre visite in infermeria
ISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – A distanza di circa un anno si registra un altro decesso nel centro accoglienza più grande d’Europa.
Un quaranteseienne pakistano è morto venerdì nel centro di identificazione ed espulsione Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto. Sul caso la procura della Repubblica di Crotone ha ieri aperto un fascicolo disponendo l’autopsia sul cadavere dell’uomo che, però, pare non sia ancora stata eseguita. La notte prima che il suo corpo fosse trovato privo di vita sulla sua brandina, il pakistano aveva chiesto con insistenza di essere visitato in quanto pare lamentasse forti dolori allo stomaco e al petto. Per ben tre volte era stato trasferito in infermeria, ma senza alcun esito positivo. L’uomo fu quindi costretto a rientrare in ‘cella’ ancora dolorante. Non si esclude che nelle prossime ore possano essere notificati ai responsabili della struttura avvisi di garanzia per colpa medica. Sul caso Le Misericodie, ente gestore della struttura, si rifiuta di fornire qualsiasi tipo di informazione e di confermare l’accaduto.
Nell’agosto scorso un trentunenne marocchino, Moustapha Anaki, sarebbe morto per una ‘cardiopatia’. Il medico legale in quel caso avrebbe inizialmente parlato di morte naturale per poi riservarsi di fornire una relazione più dettagliata dopo aver riscontrato nel corpo del giovane la presenza di alcuni farmaci che ne avrebbero potuto causare la morte. L’episodio fece scattare una rivolta tra i migranti che portò alla chiusura temporane del centro. Pochi mesi prima della rivolta in un processso a carico di tre migranti, che avevano danneggiato per protesta il CIE di Sant’Anna, un giudice del Tribunale di Crotone li aveva assolti dichiarando il loro gesto un atto di legittima difesa affermando che la struttura “è al limite della decenza, inadatta ad accogliere esseri umani”.



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