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Maxi processo Aemilia, si è pentito l’imputato che rideva del terremoto (VIDEO INTERCETTAZIONI)
Antonio Valerio, uno dei due intercettati che rideva assieme a Gaetano Blasco, durante le scosse del Sisma 2012.
REGGIO EMILIA – C’è un nuovo pentito nel maxi-processo di ‘Ndrangheta Aemilia, in corso a Reggio Emilia. È Antonio Valerio, uno dei due intercettati che rideva assieme a Gaetano Blasco, durante le scosse del Sisma 2012, immaginando appalti e lavori per le loro imprese. Ridevano senza sapere di essere già intercettati; si sfregavano le mani. Secondo le indagini erano in contatto con la Bianchini Costruzioni di San Felice sul Panaro, i cui titolari sono pure loro finiti nell’inchiesta per essersi aggiudicati quattro subappalti post sisma tra Reggiolo, Finale Emilia, Mirandola e Concordia, pare tramite membri dell’organizzazione criminale.
Antonio Valerio probabilmente è stato accompagnato in una località protetta. Da due udienze non compare più nell’aula bunker del processo, in tribunale a Reggio; non si vede nelle gabbie con gli altri imputati detenuti. L’imputato è considerato ai vertici della ‘Ndrangheta emiliana, era sfuggito ad un attentato, come ha ricostruito in aula Paolo Bellini, il killer reggiano che aveva tentato di eliminarlo. Si tratta dunque di un risultato importante per la Dda di Bologna, dopo il caso di Giuseppe Giglio, l’imprenditore che da oltre un anno sta collaborando con gli inquirenti.
50 anni da compiere a giorni, residente a Reggio, è uno tra i 54 dei 147 imputati a essere accusato di associazione di stampo mafioso. Per gli inquirenti faceva parte del gruppo di fiducia di Nicolino Sarcone, a sua volta il riferimento in Emilia del boss Nicolino Grande Aracri. Nel 2013 era finito in manette in seguito a un’inchiesta della Dda di Catanzaro, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Rosario Ruggiero, avvenuto nel ’92 a Cutro. Poi era stato assolto. E poi era finito lui stesso nel mirino. Era il ’99: gli spararono, ferendolo, in via Samoggia, in città, perchè era passato al servizio del clan Grande Aracri. A premere il grilletto, l’ha detto lui stesso proprio nell’aula di Aemilia lo scorso autunno, la primula nera Paolo Bellini, protagonista di numerosi fatti di sangue e anche lui collaboratore di giustizia.



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