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Marlane morto che parla, contro le assoluzioni la CGIL annuncia guerra aperta
PAOLA (CS) – Tutti assolti, ma i morti restano. Così come gli operai che ancora lottano per combattere il cancro.
La Cgil della Calabria ha annunciato che ricorrerà in appello contro la sentenza del Tribunale di Paola che ha assolto 12 tra ex responsabili e dirigenti dell’ex stabilimento tessile Marlane di Praia a Mare, accusati a vario titolo di omicidio colposo per la morte di un centinaio di lavoratori – deceduti, secondo l’accusa, per tumori provocati dai vapori respirati durante le lavorazioni – e di disastro ambientale. “Nell’attesa di conoscere le motivazioni della sentenza – è scritto in una nota – la Cgil continuerà la sua battaglia per la verità, la giustizia e la bonifica del sito e sul terreno giudiziario, e annuncia che presenterà il ricorso in appello.
La questione Marlane, così come tanti altri investimenti, rappresenta una delle tragedie dell’industria italiana che meritava e merita un’attenzione nazionale e regionale che finora non c’è stata, o non è stata adeguata. Per queste ragioni, sollecitiamo Provincia e Regione nelle responsabilità dei loro presidenti a valutare adeguate iniziative legali e civili per il risarcimento danni provocato dalla Marlane e dalla sua gestione (dissennata) che ha prodotto guasti ambientali e morti. Nello stesso tempo, occorre attivare un confronto con il Ministero dell’ambiente per predisporre un piano di risanamento ambientale“. “La Cgil – conclude la nota – continuerà nella propria azione, in sinergia con i cittadini, le associazioni, i movimenti e le istituzioni per portare alla luce la verità, individuare le responsabilità, affermare la giustizia nei confronti delle vittime e dei familiari, ed avviare il risanamento del sito inquinato”.




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