La storia di Daniela De Pascalis: quando la vera forza nasce dalla sofferenza

COSENZA – ‘Eccomi qui stanca, sofferente, triste e speranzosa, provata nel volto e nell’anima, spaventata… ma sono qui con tanta voglia di vivere la vita, riscaldata dall’amore che mi circonda’. La storia di Daniela ci insegna che la vita, spesso, ci mette davanti ad enormi motivi per disperare, ma arrendersi equivarrebbe ad essere già sconfitti.

Fin dai tempi degli amanuensi, la scrittura ha rappresentato il modo più semplice e diretto per “esternare” e comunicare sensazioni, sentimenti, emozioni o semplici idee. Scrivere una frase, appuntare un ricordo o semplicemente raccontare su un foglio di carta il proprio stato d’animo, aiuta ad esprimere quello che con le parole, spesso, non si riesce a dire. Attraverso la scrittura non facciamo altro che raccontare e raccontarci agli altri. Chi ci legge si immedesima e vive le nostre emozioni. Nell’era di Internet, degli smartphone che ci tengono sempre connessi al Web e delle nuove tecnologie, ai diari cartacei, che da sempre hanno rappresentato lo scrigno segreto dei nostri ricordi, abbiamo sostituito i blog, luoghi virtuali di interazione, accessibili da ogni angolo del pianeta, in cui esprimere liberamente pensieri, debolezze e ansie ma anche momenti di felicità, stupore e narrazioni del quotidiano che possono diventare un sostegno per altri.

Speranza e resilienza: guarire con la forza d’animo – In psicologia viene definita ‘resilienza’, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici e di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ‘ricostruirsi’ restando sensibili alle opportunità positive che la vita sa offrire, anche quando la realtà è ben diversa. Contro ogni previsione, riusciamo a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla nostra esistenza e perfino a raggiungere mete importanti: il tutto, grazie alla forza d’animo. Ed è per questo che raccontiamo la storia di Daniela De Pascalis, una ragazza cosentina di 31 anni, consapevoli di narrare una storia fatta di coraggio perché in qualche modo, il desiderio, è quello di dare un messaggio positivo a chi vorrebbe lasciarsi andare, a quanti si trovano a vivere un momento difficile credendo di non potercela fare.

Ardimento, determinazione e coraggio – Daniela ‘aveva’ solo 31 anni quando ci ha lasciati. In una storia fatta di coraggio e determinazione nella lotta ad una malattia spietata, si prospetta un presente e un futuro per ricordare una ragazza che non può essere definita ‘come tante altre’. Una giovane donna che ha lottato con tutte le sue forze, anche quelle che non sapeva di avere fino alla scoperta di una malattia crudele quanto rara: il sarcoma epitelioide. Un male assurdo, che all’inizio nessuno aveva compreso. Daniela però, aveva iniziato a capire che qualcosa non andava. La spiaggia, gli amici, il mare d’estate, una partita a beach volley e quel dolore strano e insinuante, che nel tempo è cresciuto arrivando a rendere necessaria l’amputazione del suo avambraccio. Un male infido che è riuscito a strapparla ad una vita che amava, che ha infranto ogni suo sogno, lasciando un vuoto incolmabile nei suoi amici e soprattutto nei suoi familiari, un padre, una madre e un fratello che lei adorava. Occhi di un verde intenso, uno sguardo dolce e un carattere sincero e brillante, Daniela De Pascalis, ha raccontato il suo percorso di ‘lotta’ contro il sarcoma e la sua amputazione, nelle pagine virtuali di un blog. Una testimonianza ancora viva e tangibile in quelle tante pagine di realtà vissuta tra alti e bassi, tra malattia e momenti di ripresa, tra normalità e stravolgimento, tra quotidianità e difficoltà legate ad azioni che, se prima potevano essere del tutto scontate, dalla sua amputazione non lo erano più. Essere felici, giovani, pieni di progetti e sogni da realizzare e poi metabolizzare e accettare un male che non offre futuro.

Il male, la disperazione e l’accettazione – E’ il racconto di una ragazza che ha scoperto di avere un male che si è insinuato in una vita piena ed appagante, fatta di sport, studio, famiglia, amici, aspirazioni e progetti. Daniela ha dovuto affrontare la scoperta del suo male, l’amputazione, la chemio e la radioterapia, ma soprattutto la continua ricerca di ciò che le stava accadendo e che nessun medico inizialmente aveva diagnosticato con esattezza. Danilo, Nadia, Antonella, Gino, Francesca, Rossana, Ettore, Lorena…. sono solo alcuni degli amici che hanno contribuito alla realizzazione di questo articolo, così come lo sguardo vuoto ma allo stesso tempo orgoglioso dei suoi familiari, che hanno raccontato, ognuno con il proprio dolore, chi era Daniela e perché è importante che se ne parli. Dal giorno in cui Daniela ha capito di avere ‘qualcosa che non andava’, ha iniziato a cercare, ad informarsi per dare un nome a quel male che nessuno aveva inizialmente capito. Una ricerca riportata nero su bianco tra le pagine del suo blog, letto in tutto il mondo, attraverso il quale Daniela ha potuto condividere la sua situazione riuscendo anche a dare una mano agli altri. Ma non ci sono solo i ricordi di un percorso difficile. Daniela riusciva, e tanto, a sorridere a stare insieme ai suoi amici. Daniela la ragazza dei mille “grazie”, dei mille “scusa” che è entrata in punta di piedi e con semplicità nella vita di chi l’ha conosciuta e di chi invece, l’ha ‘letta’ sulle pagine del suo blog in cui racconta addirittura come l’amputazione sia stata la cosa più semplice che ha dovuto affrontare nella sua situazione. “Non abbiate paura. …potrebbe essere la tempestività di tale scelta a salvarvi la vita o ad evitare un simile calvario” scriveva.

Il suo blog arriva all’UNICAL – Ora quelle pagine di vita, potrebbero diventare non solo la testimonianza di un coraggio raro, ma un importante oggetto di studio. Il blog di Daniela è consultabile su internet: ‘Amputare un viaggio insieme’ (http://daninewlife.blogspot.it) e da qualche tempo alcuni docenti del corso di laurea in Servizio Sociale dell’Università della Calabria, hanno pensato di sottoporlo all’attenzione degli studenti e dei suoi stessi colleghi. Anche Daniela infatti, frequentava il medesimo corso universitario e le mancava un soffio alla tanto desiderata laurea. Un sogno che i suoi genitori vorrebbero ancora veder realizzare, per onorare la memoria della loro straordinaria ‘bambina’. Genitori che lei amava così tanto da commuovere. Dalle pagine del suo blog emerge chiara e nitida la sua personalità: nessun lamento, nessuna rassegnazione, nessuna parola di sconforto ma solo coraggio, anche e soprattutto per i suoi cari. Addirittura, negli ultimi giorni della sua malattia ha tentato di tenere in qualche modo lontani i suoi affetti perché preoccupata della loro reazione, per un’assenza che sarebbe stata per tutti devastante… perché quando si ha la fortuna di conoscere qualcosa di prezioso, è difficile farsi una ragione nel doverlo perdere per sempre.

A proporre l’utilizzo del suo blog ai fini didattici è stata la professoressa Donatella Loprieno, insieme al collega Alessandro Sicora, ma l’iniziativa è stata apprezzata da tutti i docenti che l’hanno seguita nel suo percorso accademico. “Sono stato coinvolto dalla collega Loprieno nell’iniziativa. – dice il prof. Sicora – Non ho conosciuto personalmente Daniela De Pascalis ma sono rimasto anche io profondamente colpito dal blog che lei ha curato. De Pascalis era iscritta al corso di laurea in Servizio sociale, il titolo occorrente per l’esercizio della professione di assistente sociale, dove insegno attualmente. Poco dopo la sua scomparsa, ho inserito sul gruppo Facebook che curo per gli studenti di servizio sociale e assistenti sociali, un post che ha trovato un alto indice di approvazione tra i membri del gruppo. Attualmente una tesista che seguo, ha iniziato a lavorare sul tema della diversità/disabilità, accogliendo l’invito che ho postato e trovando ispirazione nel blog di Daniela”. E nel post su Facebook pubblicato dal professor Sicora, una frase colpisce: “Esperta per esperienza”. I temi che Daniela affronta nel suo blog infatti, sono diventati importanti soprattutto per i ragazzi iscritti al corso di laurea che lei stessa frequentava. E le domande che vengono sottoposte ai ragazzi non sono di poco conto: Cos’è un corpo “normale”, una vita “normale”? Si può diventare più forti, ovvero resilienti, nel corso di una grave malattia? Cosa può nascere dal riflettere e dal raccontarsi con riferimento alla malattia e alla sofferenza, ma anche alla scoperta di significati e valori spesso messi in ombra nella vita di tutti i giorni?

Daniela ora non c’è più, ma ha lasciato un messaggio molto importante. La sua assenza continua ad offrire spunti di riflessione di grande, grandissimo interesse, umano e non solo. Il suo messaggio si rivolge a chi non sa dove poter trovare la forza per affrontare la propria malattia, e attraverso pochi e semplici passaggi fatti di coraggio, sorrisi, solidarietà e determinazione, ha inevitabilmente lasciato un impronta indelebile. Leggendo il suo blog si comprende esattamente che quando qualcuno di speciale ci lascia….inevitabilmente ‘lascia’ anche qualcosa di inestimabile. Oggi quel blog potrebbe diventare argomento di tesi, approfondimento di studio e speriamo che presto si possa concretizzare la possibilità di conferire a Daniela, una laurea ‘honoris causa’, per far sì che, almeno uno dei suoi tanti sogni, quello di laurearsi, possa essere realizzato.