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Il cantiere di Capo Colonna militarizzato per impedire proteste dei cittadini, indaga la Procura
ISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – Il progetto prevede che i mosaici d’epoca romana siano ricoperti dal cemento attraverso un tecnica definita ‘tombatura’.
Le proteste dei cittadini nelle settimne scorse avevano permesso di ritardare i lavori che, invece, da ieri sono ripresi a ritmo serrato sotto la supervisione delle forze dell’ordine. Due settimane di mobilitazione popolare per salvare una delle perle dell’archeologia calabrese non sono servite a sensibilizzare il Ministero che continua a difendere la ditta che pare si sia aggiudicata i lavori senza gara ad evidenza pubblica. “Vi informiamo – scrive in una nota il comitato spontaneo di cittadini Salviamocapocolonna – che da una nostra personale visita ieri in area archeologica, abbiamo constatato la ripresa dei lavori sul famoso piazzale antistante la chiesa. Ci è stato impedito di scattare foto e si è purtroppo osservata la presenza a protezione del cantiere di forze dell’ordine e della digos. Le associazioni Gettini di Vitalba e Sette Soli hanno interessato due Procure per i lavori di possibili danneggiamenti a causa di scavi per inserire pali per reggere una copertura metallica in area termale e che da quel che si apprende ufficialmente vi è stata un’apertura d’indagine a riguardo. Inoltre si è inviato esposto alla Procura contabile per possibile danno erariale e si aspettano notizie. Già dal mese di Febbraio le stesse associazioni hanno inviato richiesta di accesso agli atti al ministero dei beni culturali, a seguito della visita ispettiva presso Capo Colonna.
Il ministero non ha inteso rispondere entro i termini di legge e di conseguenza abbiamo dato mandato ad un legale affinchè si rivolga al TAR del Lazio per averne accesso. Infine da notizie filtrate da più parti sappiamo che gli ispettori inviati da Roma, hanno espresso parere favorevole alle ragioni della tutela del bene archeologico assumendo le indicazioni espresse dalle associazioni e dal comitato spontaneo. La risposta del ministro e della gerarchia burocratica è che i lavori devono proseguire. Informiamo anche che le associazioni hanno interessato l’autorità nazionale anticorruzione per Capo Colonna e per l’affidamento senza bando per la somma di oltre dieci milioni di euro ad un unico soggetto, riguardante il castello/fortezza Carlo V. La riflessione spontanea che ci viene è che in tutto questo le ragioni legittime della cittadinanza a difesa del proprio patrimonio, devono vedere lo stesso Stato che difende le malefatte di organismi di tutela e per questo si fa proteggere dagli uomini in divisa, impedendo persino una ripresa fotografica da una singola e disarmata cittadina”.



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