Archivio Storico News
Matrimoni a ‘caro prezzo’. Per sposarsi in una chiesa di Carolei l’offerta è di… 250 euro
COSENZA – Dopo la lettera ricevuta in redazione da parte di una futura sposa che segnalava il ‘tariffario’ e le ‘direttive’ imposte da una chiesa cosentina per il suo matrimonio, ecco arrivata un’altra segnalazione.
Stavolta però, da Cosenza ci spostiamo in provincia, ed esattamente a Carolei. L’utente, nella lettera, definisce l’episodio “scandaloso per non dire vergognoso” facendo riferimento nello specifico ad una situazione creatasi in occasione di un matrimonio. “Ho avuto già il piacere di notare come precedentemente qualcuno tramite la vostra redazione ha fatto emergere qualcosa di simile, con parroci e parrocchie in qui è presente un vero e proprio ‘listino prezzi’ stile ‘bar della piazza’. Complimenti a tutti coloro i quali, sacerdoti in primis, hanno ascoltato e messo in pratica le parole pronunciate dal Santo Padre in merito a queste situazioni”. In particolare il lettore ci scrive che “per celebrare un matrimonio in una ‘nota’ chiesa di Carolei (anche in questo caso non scriveremo il nome della struttura religiosa per ‘par condicio’) viene chiesta un’offerta obbligatoria pari a euro 250 euro.
“Se è un offerta – scrive l’utente – può essere anche di 1 euro e invece no… dire poi obbligatoria significa chiedere una vera e propria tangente pure per potersi sposare in chiesa. Se questa non è una tangente o se vogliamo un vero e proprio listino prezzi… ditemi voi”. “Non credo di essere il solo in questa situazione e sono sicuro che in giro ne esistono a fiumi ma nessuno parla e sbaglia purtroppo”.
Il lettore racconta che addirittura nella sua parrocchia, se qualcuno ha bisogno di una qualsiasi cosa (celebrazione di una messa, una ricorrenza particolare o anche solo per confessarsi o voler parlare con qualcuno), lo può fare solo ed esclusivamente in determinati orari e in determinati giorni. Gli orari sono addirittura pubblicati su Facebook e non sul sito della parrocchia e giustamente l’utente si chiede: “e chi come me non ha fecebook?”. “Siamo al livello che anche una chiesa dove qualcuno dovrebbe essere sempre presente e disponibile anche per una parola di conforto, deve rispettare giorni e orari in stile pubblica amministrazione. Inconcepibile, veramente da rimanere senza parole. Non credo in tutta onestà che questo è il tipo di Chiesa che la gente desidera, come ha ribadito in diverse circostanze anche Papa Francesco, che tanto sta facendo per poterla finalmente cambiare predicando l’umiltà la vicinanza alle persone soprattutto coloro i quali si trovano in difficoltà. Ennesimo episodio triste purtroppo che non rispecchia quanto viene detto dentro e fuori le chiese della nostra città. E’ proprio il caso di dire: “da quale pulpito viene la predica”. Il lettore che ci ha scritto ha sottolineato infine, di aver già provveduto a denunciare il tutto anche in Vaticano per far sì che venga fatta chiarezza e ‘pulizia’ se è il caso; anche se sarà come sempre una goccia d’acqua in mezzo all’oceano.



Social