Archivio Storico News
Domani sarà restituita la statua ‘abbattuta’ dal furgone di Ecologia Oggi, Bilotti: ”Il mio sogno è completare il Mab”
COSENZA – Per la riparazione era stato contattato lo stesso scultore, Sacha Sosno, che si era detto disponibile a ricreare la meravigliosa colonna andata distrutta, ma purtroppo dopo poco tempo morì.
Era il novembre del 2013 quando, a causa di una svista, un operatore del ciclo dei rifiuti non volendo investì con il furgoncino su cui stava lavorando una delle tre colonne di Sacha Sosno posizionata lungo il percorso del Museo all’Aperto Bilotti. Un incidente per il quale l’Amministrazione comunale, su impulso del sindaco Mario Occhiuto, si era subito attivata al fine di rimediare. Si è così ricorsi all’opzione di un delicato intervento di ripristino in loco dell’opera grazie alla competenza del restauratore cosentino Gianluca Nava, già affidatario del progetto RestArt che vede il restauro dei monumenti cittadini. Attraverso l’utilizzo di un software realizzato ad hoc, la colonna è stata così ricomposta virtualmente e, dopo aver realizzato un singolare sistema di armatura, è stata compiuta sul posto nel suo completo riassemblaggio, ricollegando ogni singola porzione. La ricollocazione dei frammenti è avvenuta in verticale, sfruttando l’integrazione con l’unico frammento rimasto appunto in loco. Domani, Sabato 9 Maggio alle 11, la scultura verrà ricollocata su corso Mazzini alla presenza del sindaco Mario Occhiuto e dell’esperto, Gianluca Nava, che ne ha curato il ripristino. Si ricorda che Sacha Sosno è l’autore di tre delle opere contenute nel museo: Bronzi di Riace, Sette di cuori e Le tre colonne.
Roberto Bilotti, membro della famiglia di mecenati cosentini che hanno reso possibile con le propie donazione il Museo all’aperto, non potendo domani essere presente all’evento, ha inteso comunque inviare una nota di testimonianza per ricordare come è nato il Mab e l’importanza che riveste per Cosenza. “Carlo Bilotti, nato a Cosenza nel 1934, verso il termine della sua vita, – racconta Bilotti – segnata dalla morte dell’unica figlia, aveva maturato di donare parte della propria collezione alla sua Città. Diceva che quando era ragazzo e viveva a Cosenza gli mancava il confronto con le espressioni artistiche del suo tempo. Parte della collezione era stata esposta nel 2005 a Sant’Agostino con il titolo “da Picasso a Warhol”. In qualità di suo procuratore mi sono confrontato con le istituzioni locali per individuare un edificio che potesse accogliere la collezione. Carlo Bilotti aveva immaginato Colle Triglio come il “Colle dei Musei”, a palazzo Arnone la pittura antica, nell’ ex convento delle Carmelitane la collezione Bilotti per costituire il museo d’arte moderna e contemporanea e nell’annessa sconsacrata chiesa la Hirst e Saville Chapel luogo d’arte e meditazione in senso laico, spirituale non legato a specifica religione, su modello della Rothko Chapel a Houston e Matisse in Provenza. Il complesso però era già destinato alla scuola alberghiera, S. Agostino a Museo archeologico, non si riusciva ad individuare un’altra sede istituzionale, il Comune di Roma metteva subito a disposizione l’edificio dell’aranciera di Villa Borghese e così la collezione costituisce la permanente del museo in parallelo ad una intensa attività espositiva temporanea e di eventi.
Mancando a Cosenza un edificio che accogliesse la collezione si è deciso di mettere le opere scultoree per strada: così nasce il Museo all’Aperto e i concittadini possono vivere la loro quotidianità tra l’arte di artisti presenti nei principali musei e siti mondiali (Consagra in piazza Duomo a Milano e Parlamento europeo; Manzù Onu; ecc). Il progetto prevedeva un repertorio completo di grandi scultore moderni e contemporanei, ma non è stato completato per la prematura morte di Carlo Bilotti, parzialmente integrato dal fratello Enzo. Il mio sogno sarebbe di poter completare il progetto e pertanto ho in corso contatti con Arnaldo Pomodoro per l’inserimento una sua opera e un’installazione di Giò Pomodoro. Il MAB è nato con un primo nucleo di sculture di Pietro Consagra, commissionate dal comune di Lampedusa e Linosa non portato a termine per mancanza di fondi. Su incarico di mio zio ho concluso la trattativa tra il Comune committente, Consagra ed il laboratorio di Pietra Santa dove erano state realizzate. Altre opere erano nella collezione altre individuate con le fondazioni de Chirico, Dalì; Manzù che ha realizzato la fusione dal cardinale in ebano nella collezione Bilotti.
Il Mab è stato inaugurato nel marzo 2005 dal presidente Unesco Italia Giovanni Puglisitario che ha dato il via, a cura di un gruppo di studio costituito dal Comune, Ministero e Soprintendenza, accademici dell’università, ai lavori di stesura del progetto che individua attraverso l’arte il veicolo di crescita sociale e di sviluppo economico candidando così Cosenza a sito Unesco. Obiettivo che potrebbe essere riavviato a condizioni/garanzie di consapevolezza, conservazione, valorizzazione e gestione che comporterebbero dal punto di vista pratico anche finanziamenti diretti alla tutela e recupero, alle strutture recettive per l’attivazione di piani di sviluppo turistico e piani di gestione con la costituzione di un rapporto tra flussi turistici e servizi culturali nella didattica, sicurezza, mobilità. Il restauratore Nava dimostrando passione e apprezzamento personale ha realizzato un importante monitoraggio, raccogliendo 18 milioni di dati sullo stato di conservazione finalizzato alla rilevazione di fattori di alterazione e degrado. Ha promosso con la Soprintendenza il Congresso nazionale dell’Italian Group dell’International Institute a palazzo Arnone nel 2009 e divulgato attraverso primarie riviste scientifiche del settore quale Bella Italia nel marzo 2014 le opere d’arte presenti a Cosenza. L’intervento di Nava su uno dei tre elementi del colonnato è durato 4 mesi ed ha previsto, in maniera inedita per la tecnica utilizzata, l’ancoraggio meccanico e chimico dei 35 frammenti che componevano l’opera dopo l’incidente del 24 novembre 2013. L’intervento eseguito – conclue Bilotti – restituisce all’opera sia l’integrità strutturale che cromatica”.



Social