Calabria
Cgil contro l’idea del Corso di Laurea in Assistenza sanitaria a Cosenza
Ancora una volta pareri discordanti sull’apertura del nuovo Corso all’Unical
CATANZARO – Anche a Cosenza l’area medica farà parte dell’offerta didattica dell’Università della Calabria. E se c’è chi aspettava da anni tale novità, c’è invece chi ancora ne è contrario. I pareri, dunque, si dividono e la Cgil Catanzaro esprime i suoi dubbi. Tuttavia è da più di due anni che l’ateneo di Arcavacata aveva tentato di attivare il corso in Assistenza sanitaria; la proposta si era fermata all’esame del Coruc, il Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi. Poi finalmente prese il via il dialogo con l’università “Magna Graecia”, con l’obiettivo di ampliare l’offerta del sistema universitario calabrese, mettendo a rete le risorse disponibili: la scuola medica di Catanzaro e il gruppo docenti dell’Università della Calabria. Oggi si concretizza la collaborazione tra i due atenei, dando la possibilità anche agli studenti cosentini di abilitarsi alla professione di assistente sanitario, senza doversi spostare nel capoluogo. Ma c’è – come appena detto – chi ancora non è totalmente convinto.
“Come Cgil Catanzaro, nelle nostre diverse articolazioni, abbiamo più volte espresso qualche riserva sul modo di affrontare la questioni della facoltà di Medicina da parte dell’Umg di Catanzaro”. E’ quanto si legge in una nota congiunta di Cgil, Fp Cgil e Fp Cgil Medici. “Fummo certamente facili profeti quando – spiegano -, con una lunga querelle ci contrapponemmo all’allora rettore Quattrone sia sulla questione legata al mancato accredito di alcune scuole di specializzazione mediche che su quella correlata produttività scientifica. Le risposte del professore Quattrone non furono mai né esaustive né convincenti, ma ci parvero come sempre arroccate su un po’ di quella malsana autoreferenzialità tipicamente calabrese e, come la storia regionale ci insegna da sempre, utile solo a mascherare temporaneamente i malanni di una regione che vede i suoi cittadini alla stregua di ‘profughi’ sul proprio suolo. Pertanto non è un fatto rituale ritornare in polemica con l’ateneo e con il suo attuale rettore, De Sarro, visti gli sviluppi legati alla convenzione siglata fra Umg e Unical sul corso di laurea in Assistenza sanitaria a Cosenza. Anche in questo caso non possiamo non dire la nostra ponendo sul piatto della discussione una vibrata quanto ferma protesta, poiché l’operazione posta in essere non è assolutamente condivisibile, e va fermata al più presto, rilevando una serie di obiezioni riguardanti il piano prettamente scientifico universitario dell’operazione, l’offerta formativa complessiva regionale che, non si ampia, ma si duplica e rischia di mettere a repentaglio quel bagaglio di eccellenze formative e scientifiche attualmente possedute dalla Umg. Il sindaco Abramo, dal canto suo – proseguono i sindacati -, fa bene a precisare e rivendicare condizioni di reciprocità rispetto all’ampliamento dell’offerta formativa non a senso unico, ma dia concretezza alle sue parole, in una regione dove, la classe politica dirigente è priva di senso della misura e di visione sinottica rispetto alla necessità della regione tutta.
La sola logica che vediamo in questa operazione è l’ennesimo tentativo di piegare a logiche clientelari becere il sistema formativo universitario. Grave ed assordante è il silenzio della politica catanzarese, colpevole e complice il silenzio del presidente della Regione e del suo vice, che pone inquietanti interrogativi, attori tutti distratti da altre faccende come la ricerca di candidature che rendono meno interessante invece la questione di cui si parla. La nostra preoccupazione è che si vada verso una liceizzazione del sistema universitario calabrese, senza tenere conto che la paventata ed ormai mal celata volontà di creare un altro doppione decisamente inutile (dopo giurisprudenza e farmacia), strumentale solo alla distribuzione di nuovi posti di potere, che godono di privilegi economici e giuridici da medioevo e che inevitabilmente, vista la necessità di ingenti finanziamenti, non potranno reggere dal punto di vista economico, per una popolazione studentesca di una regione di appena due milioni di abitanti graveranno sulle spalle della povera Calabria. Noi non ci stiamo e se necessario faremo le barricate per impedire la spoliazione di una città che – concludono -, ostaggio di una classe politica miope che negli anni si è fatta distrarre da altre questioni, è oramai il fantasma di ciò che dovrebbe essere un capoluogo di regione”.



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