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Zabatta Staila Crew e il sogno americano. Domani sera faranno festa a Manhattan

Cultura & Spettacolo

Zabatta Staila Crew e il sogno americano. Domani sera faranno festa a Manhattan

Francesca Ramunno

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Saranno special guest del Winter Party live show. Party del venerdì sera a ‘La Ribalta’

 

COSENZA – Orgoglio calabrese. I loro testi tendono a ironizzare sui modi di fare e di vestire del cosentino medio e, qualche volta, punzecchiano anche la politica locale senza mai esagerare. La band è composta da sei bizzarri personaggi: Zabatta, Marracaibo, Jakky Di Nola, I Vana Spagna e Solfamì. La Zabatta Staila Crew sarà special guest del Winter Party live show. Emanuel Reda, responsabile manager: ‘E’davvero un sogno ad occhi aperti, tutto l’affetto che riceviamo è in valigia con noi’27157019_10213092941792173_66909314_n.

Il 2017 è stato l’anno dell’esplosione della boy band mascherata entrata nel cuore dei cosentini a colpi di ironia, rap e dialetto. Un pubblico senza età conquistato prima via web e poi nelle piazze. La loro pagina Facebook conta più di 19mila fan, il loro canale Youtube sfiora i 7mila iscritti, il loro brano più cliccato, Makinè, ha superato le 330mila visualizzazioni in neppure un anno. L’estate scorsa hanno girato in lungo e in largo la provincia: concerti, feste, palchi. Ovunque a portare la loro musica giocosa e graffiante, satirica e coinvolgente. Che muta, cresce, si evolve.

‘Ohi mà’, l’ultimo lavoro è qualcosa di completamente diverso da tutto quello a cui il popolo dei fan è stato abituato fin qui. C’è poca ironia, c’è poco da scherzare, l’argomento è un problema che da sempre affligge la Calabria e tutto il sud: l’emigrazione. “Ohi mà” è una struggente lettera alla madre di un figlio lontano, lontano da tutto, dalla sua terra, dai suoi affetti, dalla sua vita drasticamente spostata. “La maschera sbarca in America, porta li’ la nostra verità. Non ci stancheremo mai di cantarla e urlarla. È stato per noi un tentativo di andare controcorrente. Intanto non volevamo mischiare le nostre identità. E poi – racconta la crew in una lunga intervista a Rlb ci siamo accorti che spersonalizzandoci, nell’era dell’immagine a tutti i costi, è stato un punto di forza. In fondo abbiamo scelto di non esistere. Se uno si ritrova in quello che cantiamo, allora anche lui è Zabatta. Un po’ come Robin e Batman. Quelli degli anni ‘60 però”.

Giornalista appassionata di musica e di spettacolo. Speaker di Rlb Radioattiva, cura per l'emittente l'Area Eventi

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