Dal mondo
Quotazioni petrolifere, oro nero in rally su rischi e tensioni geopolitiche
Con il WTI che attualmente passa di mano a 65 dollari al barile, e con il Brent sopra i $ 68, l’oro nero si attesta così sui massimi da tre anni a questa parte.
Nel breve termine le quotazioni petrolifere potrebbero continuare a crescere, non solo in ragione delle attese di crescita dell’economia su scala globale, che comporta maggiori consumi energetici, ma anche perché gli economisti vedono rischi e tensioni geopolitiche che i grandi del mondo non sembra abbiano voglia di gestire solo con la diplomazia.
Petrolio e mercati azionari in crescita a braccetto
Come viene peraltro indicato su https://www.diventaretrader.com/quotazioni-petrolifere , negli ultimi mesi al pari dei mercati azionari a crescere è stato anche il prezzo del petrolio che ha beneficiato degli accordi Opec sui tagli alla produzione, ma anche dell’inasprimento delle tensioni geopolitiche frutto in prevalenza della politica estera alquanto aggressiva da parte del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Ci riferiamo, nello specifico, non solo alle schermaglie degli USA con la Corea del Nord di Kim Jong-un, ma anche alle minacce legate a nuove possibili sanzioni a carico dell’Iran in merito al programma nucleare.
Intanto, per quel che riguarda lo shale oil, gli Stati Uniti sono diventati una potenza petrolifera a tutti gli effetti visto che, in anticipo rispetto ai tempi previsti, sono riusciti a superare in termini di produzione l’Arabia Saudita. Rispetto al target fissato per il corrente mese di febbraio del 2018, infatti, gli USA hanno raggiunto dallo shale oil il traguardo dei 10 milioni di barili al giorno già nello scorso mese di novembre del 2017.
Cos’è lo shale oil, detto anche petrolio non convenzionale?
Ma cos’è lo shale oil, che è noto anche come olio di scisto o petrolio di scisto? Ebbene, trattasi del cosiddetto petrolio non convenzionale che, attraverso processi di pirolisi, di idrogenazione o di dissoluzione termica, viene prodotto dai frammenti di rocce di scisto bituminoso. Rispetto alla produzione di oro nero convenzionale, la tecnica relativa allo shale oil presenta delle difficoltà non solo a livello tecnico, e quindi estrattivo, ma anche in termini di costi. Pur tuttavia, se il prezzo del petrolio al barile si mantiene nel tempo a livelli elevati, allora dalla produzione di olio di scisto le imprese estrattive operanti nel comparto riescono in ogni caso ad ottenere dei margini di profitto accettabili.
L’oro nero che viene ricavato dallo shale oil è utilizzabile immediatamente come combustibile, oppure può andare a soddisfare la domanda di materie prime energetiche delle raffinerie attraverso l’aggiunta di idrogeno e con l’eliminazione delle impurezze che sono rappresentate dalla presenza di azoto e di zolfo. Nel momento in cui il petrolio da shale oil viene raffinato, questo può essere poi utilizzato per gli stessi scopi del petrolio greggio che viene estratto con le tecniche convenzionali. Al momento dell’estrazione, rispetto al greggio convenzionale, l’olio di scisto è meno fluido con la conseguenza che lo shale oil presenta maggiori difficoltà nell’essere trasportato nelle condutture esistenti.



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